Taglio del cuneo fiscale, detassazione delle tredicesime e degli aumenti contrattuali, promozione di occupazione stabile, misure per la ripresa del Paese. Sono le proposte della Uil avanzate in sede di audizione sulla legge di bilancio 2023 e, al contempo, le basi della critica forte del sindacato alla stessa manovra, che è la prima del governo Meloni, perché va in tutt’altra direzione.
Ieri in piazza a Campobasso, tappa della mobilitazione avviata su tutto il territorio nazionale, le ragioni del no alla finanziaria con importanti declinazioni territoriali. Non è sfuggita, ad esempio, la presenza di dipendenti della sanità privata dietro gli striscioni “Difendiamo il diritto alla salute” e “La sanità non deve morire”. Comparto in sofferenza in Molise, ha evidenziato la segretaria regionale Tecla Boccardo, come quello pubblico. C’erano comunque tutte le categorie: dalla scuola alle prese con la battaglia contro l’autonomia differenziata e contro una manovra che in dieci anni taglierà 21 autonomie in Molise alla Uiltemp contraria alla cancellazione dei navigator e alle forme di esternalizzazione della Pa che penalizzano i lavoratori coinvolti senza dimenticare la Uilm, la Uilpa, la Uiltucs e i pensionati.
Durante il presidio, una delegazione è stata ricevuta dal prefetto vicario Elvira Nuzzolo.
«Questa legge di bilancio è lontana dalle esigenze dei lavoratori e del Paese. Abbiamo chiesto il taglio del cuneo, la detassazione degli aumenti contrattuali, misure che non ci sono. Come pure non possiamo che essere in disaccordo – ha ribadito Boccardo – con l’estensione della flat tax fino a 85mila euro per le partite Iva, mentre tutto questo non c’è per i dipendenti. A conferma, ancora una volta, che a pagare le tasse in Italia sono solo i lavoratori dipendenti e i pensionati». E, ancora, secondo la leader della Uil Molise, «in questa manovra mancano risorse per la sanità, lo sviluppo, la transizione ecologica, la piena occupazione all’interno della pubblica amministrazione, fondamentale anche per il Pnrr».
C’è invece il via libera all’autonomia differenziata che «distrugge il Molise. I fabbisogni vengono definiti in base allo storico dell’ultimo triennio, in cui i costi sono stati ‘drogati’ dalla pandemia. Quindi – ha concluso Boccardo – la nostra regione è destinata alla morte».
Rita Iacobucci