Un confronto vero per capire a che punto siamo sul Pnrr. Ne ha discusso la Uil, sollecitando le istituzioni a partire dalla Regione, nel seminario che si è svolto ieri alla Scuola edile alla presenza della segretaria nazionale Ivana Veronese.
«Non dobbiamo pensare che il Pnrr sia una cosa che ci piove dall’alto. Il Pnrr – ha detto Veronese – va realizzato con bandi della Regione, sulle politiche attive o la sanità, e i Comuni per esempio per gli asili nido. Va aperto un confronto con la Regione e i Comuni per capire a che punto siamo e quali sono gli impatti dei progetti per i cittadini, per le lavoratrici e i lavoratori, in termini occupazionali in particolare per le donne e i giovani».
Sui territori, ha aggiunto, anche in Molise «c’è molta difficoltà ad avere queste informazioni», ma «non è questo il confronto previsto dai protocolli, noi vogliamo far parte di un progetto dove il Paese si migliora. E questo è quello che manca. Vogliamo essere certi che questi soldi, per il Molise fondamentali, vengano spesi per far elevare economicamente e dal punto di vista sociale questo territorio».
Un’occasione, ha rimarcato la leader regionale della Uil Tecla Boccardo, «che non possiamo sprecare per ridisegnare il Molise. Si tratta di risorse importanti, che ipotecano anche il nostro futuro perché sono a debito, e quindi non possiamo mancare la chance di dare risposte alle persone e garantire i diritti di cittadinanza, che molto spesso sono negati in questa terra per ragioni che nulla hanno a che fare con gli interessi diffusi e il benessere della comunità. Parlo della tutela della salute, della mobilità, dell’istruzione. Tutto questo col Pnrr si può fare e abbiamo a disposizione anche i fondi Ue. Dalla prossima programmazione abbiamo il triplo delle risorse europee, unite a quelle del Pnrr costituiscono una massa imponente, bisogna renderle complementari e utilizzarle in base a una visione d’insieme. Cosa abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti: nulla. Ora bisogna avere la capacità di spendere bene i fondi a disposizione. Saranno spesi bene – ha concluso Boccardo – se il loro impiego produrrà miglioramenti, dal punto di vista dei servizi e del lavoro».