Sala piena a Campobasso, ieri, per il consiglio territoriale della Uiltucs Molise che ha fatto il punto della situazione rispetto alle vertenze affrontate nel campo del turismo, del commercio e dei servizi, alle gare pubbliche ottenute, ai successi ma anche a quel che ancora manca.
Alla regione è mancata finora, è stata la riflessione del segretario generale Paolo Andreani che è intervenuto ai lavori, una politica capace di realizzare infrastrutture innanzitutto. Serve, invece, proprio questo. «Serve una politica capace di recuperare risorse, anche nell’ambito comunitario, per poter consentire di avere infrastrutture più solide dal punto di vista della viabilità, degli accessi, e serve una politica che sappia attrarre investimenti perché il lavoro arriva nel momento in cui ci sono imprese che intendono investire sui territori».
Il Paese in generale «vuole andare verso l’industria turistica ma lo fa a parole più che coi fatti». Il Molise, ha aggiunto Andreani, è dentro questo processo ma, a suo parere, con gli stessi limiti. «Ci sono tante parole e pochi fatti»
Ampliando il campo di analisi alle politiche per il lavoro avviate o annunciate dal governo Meloni, il capo nazionale della Uiltucs ha riscontrato «intenzioni troppo timide». Per esempio, non è efficace «un taglio del cuneo fiscale che ha portato 20, 25 euro al mese in busta paga ai lavoratori, che hanno perso lo scorso anno un’intera mensilità, in media 1.200-1.300 euro, e si accingono a perderne» un’altra quest’anno. «Ci aspettavamo inoltre interventi per un lavoro più stabile, invece il governo ha reintrodotto i voucher, nel settore turistico, nel Paese che vuole rilanciare questo settore, significa alimentare il lavoro precario, anzi significa sostituire il lavoro stabile con quello precario».
La richiesta del sindacato, ha ribadito infine Andreani, è «la detassazione degli aumenti contrattuali. Abbiamo 6 milioni di lavoratori nel terziario che sono senza il rinnovo del contratto collettivo, rinnovare i Ccnl significa assicurare alle famiglie un reddito più significativo. In questo modo possono ripartire anche i consumi interni, che sono in questo momento in contrazione».
Il segretario regionale Pasquale Guarracino ha posto l’accento, fra le altre cose, sulla nuova legge varata da Palazzo D’Aimmo da qualche tempo per il commercio. In vigore ma pressoché sconosciuta, ha sottolineato. «Se uno approva la legge sul commercio e se la tiene nel cassetto è perché è vergognosa. È stato eliminato tutto quello che di buono poteva contenere – startup, innovazione, quanto diamo ai ragazzi che vogliono investire -, si parla soltanto di distanze e di chi deve rilasciare le licenze».
Con le elezioni alle porte, il rischio strumentalizzazione è concreto. Nessun politico è stato invitato ieri al direttivo. «Non facciamo passerelle a nessun politico molisano, da qui alle elezioni parleremo con tutti ma a condizioni che ci parlino di un progetto vero, fattibile». Ora, ha concluso, non avrebbe senso parlare con l’assessore regionale al Lavoro. Ma dal prossimo «pretenderemo un tavolo sul problema Molise il giorno dopo il suo insediamento».
r.i.