Dopo l’ultima rilevazione della Camera di Commercio sul saldo delle imprese nel secondo trimestre 2023, la Uil regionale sintetizza: «Il Molise galleggia. O si comincia a nuotare o si affonda».
Il numero delle aziende che hanno aperto i battenti è stato pari a 436, in aumento rispetto agli ultimi tre anni ma al di sotto della media del periodo pre pandemia.
«Uno scenario agrodolce rispetto alla tenuta del sistema economico regionale. Anche su base nazionale si registrano flessioni in questa direzione, ma la tendenza diffusa è nettamente migliore rispetto a quella imboccata dal Molise. Alla ripresa dopo la pausa estiva, dunque, la parola d’ordine dovrà essere correre, ma non rincorrere», chiarisce la segretaria Tecla Boccardo.
Che detta quindi l’agenda: «Che si lavori al Pnrr e ai fondi europei in maniera seria e progettata, non frammentata o con l’approssimazione che ha caratterizzato le precedenti programmazioni che, di fatto, ci ha fatto rimandare indietro i soldi a ogni programmazione. Basta scuse su assenza di personale, di pianificazione, di esperti: mancano professionalità? Al pari di tutte le Regioni – incalza la sindacalista – ci si adoperi per fare concorsi e dove serve si chieda assistenza a esperti, anche perché le spese per il supporto tecnico sono a carico dai fondi stessi e non gravano sull’amministrazione».
Per il Molise questo probabilmente è «l’ultimo bivio», bisogna «svoltare verso uno sviluppo concreto e sostenibile che offra opportunità ai giovani e alle imprese molisane, soprattutto a quelle piccole e medie che poi sono il tessuto economico e il pilastro della nostra produzione, spesso vere eccellenze. Serve velocizzare la nostra pubblica amministrazione, sburocratizzare le procedure, digitalizzare e accelerare i pagamenti della Pa ai fornitori di beni e servizi. Dopodiché subito metter mano, con determinazione e senza indugi a quei sistemi praticamente fermi da anni e su cui si deve fare leva, come formazione professionale, riqualificazione dei lavoratori e politiche attive del lavoro. La nostra regione – conclude Boccardo – è tra quelle in cui il divario tra domanda e quella poca offerta che c’è è altissimo e continuiamo a vedere operatori economici in difficoltà nel reperire figure professionali. Evidentemente, in questo, qualcosa non ha funzionato o ha funzionato solo per pochi».