Quanto rilevato dal sindacato è preoccupante: negli ultimi anni in Italia il numero dei comuni serviti da banche è diminuito del 10,9%, passando da 5.368 comuni del 2018 ai 4.785 del 2022. Nel 2022, su 7.901 comuni italiani ben il 39% non offre l’accesso al servizio bancario. Da un’analisi svolta dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra, si evince che dal 2018 al 2022 gli sportelli sono diminuiti del 17,4% (4.423 filiali in meno), passando dai 25.409 ai 22.650. Nello stesso periodo il settore bancario ha perso 14.020 posti, pari a un calo occupazionale del 5%, e nel centro Italia ci sono stati 1.040 sportelli in meno, pari a un calo del 19,4%: quasi 90 comuni sono rimasti senza sportelli bancari (11,5%). Il taglio ha riguardato 7.130 dipendenti che sono calati del 12,5%.
I dati relativi al Molise – che saranno divulgati durante l’evento – delineano un panorama ben peggiore rispetto al resto d’Italia: «La desertificazione bancaria è l’anticamera dell’abbandono delle aree interne da parte anche di cittadini e imprese, maggiormente sentita proprio in Molise dove ci sono sempre meno banche e sempre meno sportelli, con il rischio che i problemi per cittadini ed imprese aumentino soprattutto nelle aree interne, prevalentemente abitate da anziani che difficilmente sono in grado di utilizzare le procedure online e vanno messi in condizione di fruire dei servizi bancari sul territorio. Altro rischio è che tanti Comuni dipenderanno da poche banche», così la segretaria generale della Uil Molise Tecla Boccardo.
I motivi del fenomeno sono molteplici ma due i fattori che impattano maggiormente: aggregazioni bancarie e digitalizzazione.
Per la Uilca le aggregazioni tra istituti devono avere una logica industriale ed essere a sostegno di territori, imprese e famiglie, con piani industriali che adottino logiche di medio e lungo periodo e non solo taglio di costi, riduzione e chiusura di sportelli.
Circa la digitalizzazione: da un’analisi del sindacato si evince che le innovazioni tecnologiche, quando supportate da corrette politiche commerciali, ridisegnano le abitudini economiche delle imprese e dei consumatori. Dal 2017 al 2021, le operazioni con carte di credito sono aumentate del 59,7%, per un maggiore valore delle transazioni (+28,6%). I dati sull’utilizzo delle app come mezzo di pagamento, pur essendo marginali a livello europeo, evidenziano un trend in crescita, passando dall’1% del 2019 al 3% del 2022. Si tratta di un processo di cambiamento dei mezzi di pagamento, in cui soprattutto le nuove generazioni preferiscono usare la moneta digitale. Per il segretario generale Uilca Fulvio Furlan, «la digitalizzazione può comportare ricadute positive in termini occupazionali anche nel settore del credito, ma solo se si evita un’ottica miope che guarda al semplice taglio del costo del lavoro. Con la campagna “Chiusura filiali? No, grazie” stiamo girando l’Italia e abbiamo l’opportunità di confrontarci con tante realtà diverse. Questo ci aiuta a comprendere meglio come il fenomeno della desertificazione bancaria viene vissuto dalle comunità e dalle persone. Purtroppo i risultati raccolti sino ad agosto ci stanno dando ragione: la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli centri produce molta insoddisfazione e viene vissuta come un abbandono. Nove persone su dieci che si dichiarano insoddisfatte dalla chiusura delle filiali è un chiaro messaggio che non può più essere ignorato».
Aggiunge il segretario generale Uilca Molise Ermando Ciocca: «Va considerata l’identità del territorio, soprattutto per quanto riguarda il tessuto socio-economico. Il Molise è una terra di forte imprenditoria locale che fa delle proprie eccellenze la prima fonte di prosperità: se non mettiamo al fianco degli imprenditori molisani una struttura bancaria ben capillarizzata, efficiente ed attenta alle loro necessità si colpiscono non solo le aziende in essere ma si va a limitare di molto la nascita di nuove attività. La regione soffre da anni di una fuga costante di giovani che si allontanano a causa delle scarse possibilità lavorative: se si continuano a chiudere gli sportelli bancari non si farà altro che accelerare il fenomeno. Da tutelare è anche la componente meno giovane della popolazione molisana: va garantito il pieno accesso ai servizi bancari tramite uffici che permettano il contatto diretto con i dipendenti, non solo con bancomat ed applicazioni».
Un buon sistema del credito può contribuire a creare un buon sistema economico e a dare vita a una nuova e buona occupazione. In quest’ottica il settore bancario deve strutturarsi in modo pluralista e coerente con il tessuto economico, con gli obiettivi di favorire lo sviluppo del Paese, gestire le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenere famiglie e imprese e garantire una presenza capillare sul territorio, tutelando la legalità e le fasce più deboli e fragili della popolazione.
«È un dato di fatto che nelle regioni povere del Sud le banche investono meno e di conseguenza ci sono meno sportelli. Banche sempre più lontane dai cittadini e sempre meno a sostegno delle attività economiche e quindi dell’economia reale e delle aree interne: se è vero che il Pnrr deve recuperare il gap sempre più ampio tra Nord e Sud, la transizione digitale che ne rappresenta uno dei pilastri non può basarsi su ragioni economiche, ma deve rappresentare uno strumento strategico che cammini di pari passo con un altro pilastro – quello dell’inclusione sociale – e qui il ruolo delle scelte programmatiche regionali è fondamentale per sostenere uno sviluppo reale ed armonico. Il Molise deve evitare con ogni mezzo lo spopolamento e l’abbandono delle aziende, sfruttando al meglio le risorse del Pnrr in sinergia con i Fondi europei, cofinanziando progetti che vanno verso la direzione della sostenibilità e valorizzazione delle nostre eccellenze, del nostro patrimonio paesaggistico, ambientale e culturale delle aree interne» dichiarano infine Boccardo e Ciocca.