Lavoratori del commercio e del turismo in sciopero ieri per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto ormai da tre anni.
A proclamare l’agitazione i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil (Filcams, Fisascat e Uiltucs. A Napoli la manifestazione interregionale unitaria del Sud. Il corteo, partito da piazza Mancini, nei pressi della stazione centrale, è arrivato a piazza Matteotti dove si sono svolti i comizi finali. Massiccia l’adesione della Uiltucs Molise con una folta delegazione guidata dal segretario regionale Pasquale Guarracino. «Contratto subito», è il messaggio che arriva dalla piazza partenopea. A chiudere, per la Uiltucs nazionale, il segretario Rino Strazzullo che ha ribadito i motivi per cui il Ccnl del terziario va rinnovato con urgenza.
Cinque le manifestazioni organizzate per la giornata di ieri: a Roma, Milano, Napoli, Cagliari e Palermo. Le delegate e dei delegati intervenuti dai palchi hanno espresso dissenso verso «l’atteggiamento dilatorio delle associazioni imprenditoriali di settore che, pur dichiarandosi disponibili al confronto, disconoscono le attese e le necessità delle lavoratrici e dei lavoratori e gli accordi interconfederali a suo tempo sottoscritti, mentre le imprese registrano un progressivo aumento dei fatturati, terminata la lunga scia della fase pandemica», ha sintetizzato la Uiltucs.
Riflettori accesi anche sulle condizioni di lavoro: le retribuzioni non allineate al costo della vita fanno il paio con la estrema flessibilità presente nei settori interessati, ad occupazione prevalentemente femminile, con un’alta incidenza di part time involontario, part time ciclico verticale, contratti a termine e stagionalità. Netto il rifiuto dei sindacati alle pregiudiziali poste dalle associazioni imprenditoriali ai tavoli di trattativa su istituti contrattuali a contenuto economico «che aggraverebbero ulteriormente la capacità di acquisto dei salari falcidiati dall’inflazione che, come una scure, ancora si abbatte sul carrello della spesa, nonostante la flessione degli ultimi mesi».

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