Martedì prossimo il tema degli appalti di servizi dell’Asrem sarà all’attenzione del Consiglio regionale. All’ordine del giorno della seduta, infatti, è stata iscritta l’interrogazione presentata dagli eletti del Pd sulla scorta delle istanze che da qualche mese la Uiltucs ha posto all’attenzione dei vertici dell’azienda sanitaria e della Regione. Contratti in proroga anche da oltre 20 (è il caso di alcune mense ospedaliere) e gare che, pur avviate da qualche tempo, non ancora vengono assegnate: su questi punti il sindacato ha sollecitato più volte risposte.
Insieme al rinnovo dei contratti nei settori di cui la Uiltucs si occupa, quello degli appalti “sanitari” è stato uno degli argomenti clou del confronto che si è svolto nell’ambito del consiglio territoriale dell’organizzazione sindacale guidata in Molise da Pasquale Guarracino.
Ai lavori dell’organismo – oltre ai numerosi delegati – hanno partecipato il segretario organizzativo della Uiltucs nazionale Paolo Proietti, la leader della Uil Molise Tecla Boccardo, la capogruppo dem di Palazzo D’Aimmo Alessandra Salvatore e l’assessore Michele Iorio. Che la politica di governo abbia accettato di andare nella “tana” del sindacato, ha evidenziato Guarracino, «è una novità assoluta. L’assessore alla Sanità Michele Iorio ha accettato il confronto su tutta una serie di questioni che noi poniamo ormai da tempo rispetto alle gare d’appalto in Asrem. Non si capisce – ha portato ad esempio il segretario della Uiltucs Molise – per quale motivo abbiamo mense per le quali, in maniera vergognosa, non c’è stata una gara da più di 20 anni. Così come per esempio la vigilanza, l’appalto dovrebbe essere solo assegnato ma per problemi di carte, che non si capisce dove sono o a chi sono state mandate, l’iter non va avanti. Ancora, abbiamo un servizio antincendio che sembra venga assegnato a un’azienda, e ripeto sembra, che già parla di contrazione del personale. Quindi, c’è necessità davvero di fare un punto della situazione».
La capogruppo dem di Palazzo D’Aimmo Salvatore, insieme ai colleghi consiglieri Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, si è fatta portavoce delle richieste del sindacato con l’interpellanza al presidente Roberti e all’assessore Iorio in agenda martedì. «Noi saremo presenti – ha detto ancora Guarracino – Ci aspettiamo però che adesso le cose cambino davvero perché non possiamo pensare che vengano assegnate gare ad aziende che vogliono licenziare i lavoratori né che dobbiamo aspettare ancora 20 anni per avere un regolare appalto».
Di sanità ha parlato, fra le altre cose, anche la segretaria della Uil Boccardo. Approfittando dell’interlocuzione con Iorio ha, per esempio, messo in evidenza la necessità che investimenti importanti come quelli del Pnrr per le case della comunità vengano poi tradotti in servizi. Che, quindi, sia reclutato un congruo contingente di personale per far funzionare le strutture territoriali.
Le conclusioni sono state affidate a Proietti, il “numero 2” della categoria che sta seguendo in prima persona le trattative per numerosi rinnovi contrattuali. E che sul punto ha tracciato, con i giornalisti, lo stato dell’arte.
Il 2024, questo l’obiettivo della Uiltucs, «deve essere l’anno del rinnovo dei contratti». E, ha sintetizzato Proietti, è iniziato bene: «Abbiamo rinnovato a gennaio il contratto della cooperazione sociale, nel mese di febbraio quello degli studi professionali e sempre a febbraio è stato sottoscritto l’accordo economico che integra il contratto che era già stato rinnovato l’anno scorso per quanto riguarda le guardie giurate. Resta il tema dei contratti più rappresentativi, che interessano il maggior numero di persone, che sono quelli del commercio e del turismo. Parliamo complessivamente di circa 4 milioni di lavoratori coinvolti. La trattativa per quanto riguarda i diversi contratti del commercio – che riguardano Confcommercio, Federdistribuzione, Confesercenti e la cooperazione – è a uno stadio avanzato, quindi siamo sufficientemente fiduciosi, tenendo presente che il tema che è stato e resta al centro delle trattative è l’adeguamento salariale. Tutti sappiamo quello che è avvenuto negli anni scorsi, dopo la pandemia, con dei tassi inflattivi a cui non eravamo più abituati e che hanno determinato un calo nella retribuzione reale delle persone, che noi quantifichiamo fra il 10 e il 15%. Se poi guardiamo ai confini europei, i salari reali in Italia rispetto ai salari reali dei Paesi dell’Ue sono calati del 30%». Un calo drastico, ha rimarcato, che va assolutamente recuperato.