Le Regioni che hanno proposto il referendum abrogativo hanno impugnato la legge Calderoli anche davanti alla Corte costituzionale (Puglia, Campania, Sardegna). E sul territorio il variegato fronte del no all’autonomia differenziata continua a portare avanti l’iniziativa che formalmente è di raccolta firme (l’obiettivo delle 500mila necessarie per promuovere la consultazione è stato già raggiunto online) ma di fatto è adesso una ricerca di consenso alla causa della cancellazione della norma che attua la riforma del Titolo V della Costituzione. O meglio una delle disposizioni di quella riforma, quella che consente di concedere alle Regioni che ne fanno richiesta autonomia nella gestione di numerose competenze (dalla sanità all’istruzione e ai trasporti, dalle politiche energetiche alla Protezione civile) e di trattenere il gettito fiscale necessario.
Il 29 agosto a Termoli la Uil Molise chiederà «una firma per l’Italia unita, libera, giusta». Il banchetto, organizzato dalla confederazione insieme alla Uil Trasporti, al Terminal bus dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16
«L’autonomia differenziata allarga la forbice delle disuguaglianze, non fa bene al Paese e in Molise le cose peggioreranno. Sono a rischio – mette in guardia la leader della Uil Molise Tecla Boccardo – il diritto fondamentale a un sistema sanitario gratuito e universale, oltre alla qualità dell’istruzione. L’autonomia differenziata, inoltre, penalizza ancor di più le piccole realtà dell’entroterra. Mette a rischio il lavoro danneggiando la valenza dei contratti nazionali».
Nella sua analisi Boccardo non dimentica la «delicata fase di transizione energetica che riguarda in particolare il territorio di Termoli e la Stellantis, per le sorti incerte della Gigafactory di cui finora il governo nazionale non è riuscito a garantire l’avvio, con il rischio di perdere le risorse del Pnrr o dislocate fuori dal Molise. Con la legge Calderoli si delegano scelte strategiche nazionali alle Regioni, che non possono avere gli strumenti adeguati per decidere e finanziare autonomamente progetti strutturali di supporto allo sviluppo».
Di fronte a questo scenario, prosegue, «non potevamo restare in silenzio. I nostri iscritti e le nostre iscritte non ci avrebbero mai perdonato per non aver fatto questa battaglia. Vogliamo un’Italia libera, unita e giusta, perciò diciamo no all’autonomia differenziata! Dopo aver raccolto le firme nelle fabbriche e in tanti luoghi di lavoro continuiamo tra la gente. Vi aspettiamo il 29 a Termoli per firmare a sostegno del referendum abrogativo».

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