Nei giorni scorsi, con una lettera garbata inoltrata al Magnifico Rettore, la Cgil del Molise ha annunciato che non parteciperà all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Ateneo molisano prevista per il prossimo 30 ottobre a causa della presenza dell’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi, ritenuta divisiva per le politiche che lo stesso ministro sta proponendo su diverse materie.
La Cgil, nella stessa missiva, ha annunciato una serie di iniziative a partire dallo sciopero dei settori della conoscenza previsto per il prossimo 31 ottobre e ha anche lanciato l’idea di aprire una discussione in regione all’interno di un’assemblea aperta, sul futuro dell’Università pubblica italiana, anche alla luce dei recenti tagli intervenuti sui Fondi di finanziamento ordinario che pesano come un macigno soprattutto sugli atenei ritenuti piccoli solo per i numeri e soprattutto sulle realtà del Sud.
Capiamo bene che le posizioni di un sindacato non possono essere condivise da tutti. Ci mancherebbe! Per fortuna siamo ancora in democrazia. Appare invece supponente che un illustre matematico dell’Università del Molise, avvezzo forse a conoscere e dare numeri – da quel che scrive, molto meno conscio delle dinamiche sulla rappresentanza –, ritenga che ci siano organizzazioni sindacali così sprovvedute da non informare i propri delegati sul luogo di lavoro circa decisioni assunte a livello centrale, al punto da affermare che alcuni sindacati stanno disertando un invito arrivato anche da parte dei loro iscritti (???).
L’umile consiglio che ci sentiamo di dare al titolato matematico, che dovrebbe essere esperto di conti e di numeri, è quello di leggere integralmente i comunicati e, appunto, di leggere e interpretare i numeri riportati sui comunicati che lanciano preoccupazioni per i tagli di 530 milioni di euro intervenuti sul Fondo finanziamento ordinario degli atenei e sul rischio derivante dal proliferare delle università on line e dall’abnorme e intollerabile precariato diffuso all’interno delle realtà lavorative accademiche. Sinceramente risulta difficile comprendere perché il docente annuncia, a mezzo stampa, che se si produrrà il deserto accademico nei territori sarà colpa anche delle nostre scelte (quali scelte…. quelle di non partecipare a un’inaugurazione???).
Il matematico, poi, si avventura in improbabili proposte di rime attaccando la presunta ideologia diventando egli stesso ideologo e fazioso e proponendo quella che in letteratura può essere considerata una vera e propria iperbole, cita un’ex presidente della Camera venuto in Molise anni fa al quale oggi vengono imputate nefandezze varie. La matematica, per tanti, è sempre stata materia ostica. Ma la comprensione diventa ancor più complicata se un matematico propone tesi più o meno politiche e accostamenti vari non congiunturali e diversamente circostanziabili dal punto di vista dei ruoli e delle gerarchie istituzionali. È evidente che non viene compresa fino in fondo la scelta di contrastare non l’uomo Piantedosi o lo schieramento di appartenenza ma le pericolose politiche che il ministro sta attuando (in passato nessuno si è sognato di disertare le inaugurazioni che hanno visto, ad esempio, la presenza di Marcello Pera, di Enrico Letta, o del ministro Schillaci…).
C’è una differenza sottile invece, facilmente comprensibile, tra chi, come diceva Orson Welles, ritiene di essere la sola persona che può decidere del proprio destino e chi invece, probabilmente, sente la necessità, forse nemmeno richiesta, di apparire forzatamente schierato e “…..ino”. Il buon Martin Luther King diceva che «in questa generazione ci pentiremo non solo per le azioni e le parole delle persone cattive, ma anche per lo spaventoso silenzio delle persone buone». Al matematico molisano, ricordando che Albert Einstein non auspicava l’uniformità della popolazione anche se fosse stata realizzabile, tributiamo il riconoscimento di avere almeno parlato – anche in maniera condivisibile nel pezzo in cui si rivendica l’importante ruolo e la valenza dell’Accademia molisana che, sia chiaro, è ritenuta bene prezioso dalla Cgil e non solo – rispetto a un diffuso, assordante e confidiamo non omertoso silenzio derivante dal disagio che la visita di un ministro controverso sta suscitando dentro e fuori il Molise e dentro e fuori l’ateneo molisano.
Paolo De Socio
Segretario generale Cgil Molise

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