102 bare sul pavimento del “salotto buono” di Campobasso, 102 come i morti sul in Molise negli ultimi dieci anni.
La manifestazione della Uil, ieri mattina in piazza Pepe, ha riportato l’attenzione sull’inderogabile esigenza che quei morti diventino zero. Insieme alla leader molisana Tecla Boccardo, dirigenti e quadri sindacali e la segretaria nazionale Ivana Veronese.
Cosa chiede la Uil è presto detto. «Intanto mai al lavoro senza formazione. Che la formazione – ha spiegato Veronese – venga registrata in un albo nazionale, così che non ci sia nessuna azienda che dopo il morto sul lavoro possa andare a comprare il certificato e dire che quella persona aveva fatto formazione. E poi noi vogliamo che si applichi il Codice degli Appalti pubblici anche a quelli privati. Questo ci darebbe una mano. Inoltre, che i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza possano parlare coi lavoratori, anche quelli territoriali. Parliamo di piccole aziende spesso, anche quelle dell’artigianato».
Una battaglia, quella promossa con la campagna “zero morti sul lavoro” della Uil, «non impossibile, è raggiungibile se siamo tutti insieme», ha aggiunto Boccardo sollecitando l’aiuto delle istituzioni. Quindi la segretaria ha fornito i dati del Molise. «Negli ultimi sette mesi, 1.726 denunce di infortuni sul lavoro, l’anno scorso cinque morti, quest’anno tre nei primi mesi dell’anno». E un paradosso che tale non è: al Sud, ancora Boccardo, c’è meno lavoro ma l’incidenza degli infortuni mortali è del 25% superiore alla media nazionale. «Questo fa capire quanto forse si sottovaluta la sicurezza o, peggio, si taglia per risparmiare sulla sicurezza».
Dal palco anche gli interventi della sindaca di Campobasso Marialuisa Forte e del governatore Francesco Roberti. «Il nostro impegno istituzionale è quello di lavorare in sinergia con le associazioni di categoria, al fine di lanciare un messaggio chiaro: collaborare per migliorare la cultura della sicurezza e promuovere la formazione continua, indispensabile per elevare gli standard di sicurezza sul lavoro. Il Molise non è realtà esente da questo fenomeno con 100 incidenti sul lavoro negli ultimi dieci anni – ha sottolineato il presidente della Regione – Considerando che si deve lavorare per vivere e non vivere per lavorare, quindi chi va al lavoro deve essere messo nelle migliori condizioni possibili di tornare a casa, dai propri affetti, una volta terminato il proprio turno di lavoro. Una sfida che riguarda tutti noi».