Una mobilitazione per «cambiare le scelte ingiuste e sbagliate del governo». È quella che porterà in piazza, venerdì prossimo 29 novembre, Cgil e Uil che hanno indetto lo sciopero generale.
Ieri a Campobasso la presentazione dell’iniziativa da parte dei vertici dei sindacati.
«Abbiamo deciso per l’ennesimo sciopero – ha spiegato Franco Spina, della segreteria Cgil Abruzzo Molise – perché purtroppo in questo Paese non si vuole capire che bisognerebbe cambiare un po’ passo perché c’è una povertà tra assoluta e relativa. Sono 18 milioni gli italiani che non ce la fanno più e non si investe in sociale. C’è una discussione che riguarda la sanità, che riguarda l’istruzione, non si comprende che non possono essere semplicemente i numeri a determinare chi, come e in che modo può usufruire di una sanità sempre più purtroppo relegata a chi ha la possibilità economica di curarsi. C’è un tema che è il lavoro e il salario perché su dieci contratti otto sono precari, di cui quattro sono addirittura sotto la vigenza di un mese. Se questo è il futuro del Paese noi siamo fortemente preoccupati. Se aggiungiamo – ha concluso Spina – la totale mancanza di programmazione delle attività produttive, a partire dall’automotive, noi rischiamo grosso. Vogliamo riprendere questi temi, riportarli anche a livello territoriale e provare a dire che si può invertire la rotta, perché le risorse ci sono, con le nostre proposte. E ci confronteremo sul merito».
Lo sciopero, ha aggiunto la leader della Uil Molise Tecla Boccardo, arriverà in tutte le piazze, sui territori e in tutte le regioni. «Vogliamo cambiare la manovra di bilancio che riteniamo sia senza un’anima sociale, che tradisce le promesse fatte agli elettori e, soprattutto, non aiuta le fasce più deboli. È solo piena di tagli».
Boccardo ha quindi sintetizzato le richieste dei sindacati. «L’aumento del salario e delle pensioni, innanzitutto. Non ci possiamo accontentare di un aumento di 3 euro per le pensioni perché davvero se al nipotino si danno 3 euro è una mancia. Dopodiché noi riaccendiamo il faro sui diritti. Mentre in manovra si tagliano le risorse ai Comuni, 3,7 milioni. Si taglia il fondo per l’automotive e noi sappiamo quello che accade in questa regione per quanto riguarda la Stellantis, che sembra fare un passo indietro piuttosto che un passo avanti, se siamo in un pantano di incertezza per quanto riguarda il sostegno alle imprese per la transizione energetica e il sostegno ai lavoratori che sono gli unici a rischiare in questa transizione. C’è un taglio anche per quanto riguarda la sanità. E noi sappiamo benissimo in che condizioni è la nostra sanità».