Oltre 30mila i lavoratori del settore automotive “a rischio” tra Abruzzo e Molise. Numeri allarmanti che hanno portato al coordinamento interregionale costituito da Cgil, Cil e Uil delle due regioni per far fronte alla situazione venutasi a creare nelle due realtà dove sono presenti stabilimenti del gruppo Stellantis.
Presenti al Museo Porta della terra per la presentazione del nuovo modello organizzativo, Giovanni Notaro della Cisl, Tecla Boccardo della Uil con Michele Lombardo del sindacato abruzzese, Carmine Ranieri della Cgil e le federazioni di categoria.
Al centro della conferenza i temi della difesa del territorio con la protezione dei posti di lavoro nell’industria dell’automotive; la riduzione del costo dell’energia, altro elemento considerato cruciale per sostenere la competitività delle aziende e favorire nuovi investimenti nel territorio; la proroga urgente degli ammortizzatori sociali evitando licenziamenti già fissati al 31 dicembre. E, ancora, la necessità di nuovi prodotti e investimenti.
«È tempo di portare nuove produzioni in Abruzzo e Molise – hanno sottolineato Notaro, Boccardo, Lombardo e Ranieri – per garantire un futuro sostenibile al settore».
Utile e opportuno, ha messo in evidenza in particolare la leader della Uil Molise Boccardo, il coordinamento che è stato costituito. Inoltre, «serve un Piano per il settore sostenuto da unità politica e sindacale. In questo momento di crisi profonda per l’automotive – così la segretaria regionale – bisogna agire insieme con l’Abruzzo». La Uil non ha una confederazione interregionale, le organizzazioni territoriali di Abruzzo e Molise sono autonome. La battaglia per l’automotive, però, va portata avanti insieme, «anche con tutte le altre regioni interessate, penso alla Basilicata alla Campania poiché il rischio, a cascata, coinvolge tutti», le parole di Boccardo. In tutta Italia il settore coinvolge 5.500 aziende e 270.000 addetti (i numeri della Uil). Migliaia quelli impiegati tra Molise e Abruzzo con un’età media di 53 anni. I lavoratori rischiano di essere le sole vittime a pagare le conseguenze di scelte sbagliate compiute da altri e di una transizione energetica gestita male dall’Ue e dal Governo che taglia i finanziamenti mentre servirebbero azioni concrete».
In particolare, conclude Boccardo, sono necessari: un contratto di sviluppo per le imprese, un piano industriale dettagliato per l’automotive per evitare la perdita di posti di lavoro, un tetto al costo dell’energia e uno sconto sugli oneri di sistema.
«Queste sono solo alcune delle nostre proposte concrete. La politica ci dimostri adesso da che parte sta», l’appello finale della segretaria della Uil Molise Tecla Boccardo.

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