Dal mercato del lavoro e dalla demografia arrivano dati molto preoccupanti. E la segreteria generale della Uil Tecla Boccardo lancia l’allarme: così il Molise muore.
La sindacalista si riferisce ai dati sulla carenza di figure professionali e al calo demografico «soprattutto tra i giovani molisani», numeri che «oltre all’emigrazione ci pongono di fronte a realtà difficili da superare se non si interviene con determinazione per invertire la rotta. Dando maggiori occasioni ai giovani di essere protagonisti e partecipi della crescita del Molise, non da precari o peggio da disoccupati».
Quindi amplia la riflessione: «Il paradosso è che la povertà aumenta e diminuisce la competitività mentre c’è chi cerca lavoratori e non li trova, mancano giovani e competenze. Purtroppo, ancora una volta la mancanza di una visione complessiva e della conseguente programmazione sta determinando l’arretramento di questo territorio potenziando le diseguaglianze sociali economiche e territoriali che invece dovevano essere colmate dai fondi europei e nazionali, dal Fsc al Pnrr, la cui spesa è al palo e come spesso accade, le risorse vengono sprecate. Lo ripetiamo ancora una volta bisogna spendere presto e bene in pochi qualificati progetti di qualità le risorse che pur ci sono».
Qualche numero per dare l’esatta contezza di quel che sta avvenendo. La popolazione residente, età compresa tra 18 e i 29 anni, scende da 39.319 nel 2019 a 34.763 nel 2024, i giovani rappresentano ora il 12% della popolazione, mentre nel 2019 erano il 12,94% della popolazione molisana.
I dati, commenta poi la segretaria Uil, fanno presagire che nel 2025 si prospetta una grave carenza di lavoratori con un impatto diretto sulla crescita economica, perché il 23,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione. Una percentuale più che doppia rispetto alla media europea del 10,8% in linea con il resto del Sud. «Su questo contesto difficile che nasce da situazioni socio-economiche svantaggiate, da reti familiari poco supportive, da percorsi di vita accidentati, dalla dispersione scolastica, sono necessari nuovi progetti soprattutto formativi e percorsi lavorativi per sperare in una svolta positiva, investendo presto e bene in progetti di qualità le risorse europee ancora inutilizzate, riprogrammandoli tenendo conto dei grandi cambiamenti degli ultimi anni».
Ancora una volta, dunque, la Uil rimarca la necessità di maggiore equità sociale, con piani che possano costituire un impegno non solo nel dare più occasioni di lavoro stabile e sicuro ai giovani ma promuovendo una maggiore equità sociale e il superamento del precariato, sostenendo le imprese che investono e sono presenti sul territorio. Siamo infatti di fronte ad un paradosso.
«Nel 2025 ad esempio, i settori come il commercio, la ristorazione e l’industria alberghiera dovranno fare i conti con una carenza lavoratori. Bisogna portare al lavoro più persone possibile, “attraverso i giusti percorsi di formazione e riqualificazione”. Dobbiamo essere pronti a fare i conti con più realtà difficili. Noi dalla nostra abbiamo attivato un ambizioso progetto di qualificazione, “Restart”, destinato proprio ai giovani e che riguarda la specializzazione digitale, unico in Molise nel suo genere. Ci auguriamo in particolare per quei giovani delusi che possano riprendere in mano la loro vita con più fiducia trovano occasioni di lavoro vero di qualità in Molise», conclude Boccardo.

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