Basta metterli in fila, i dossier lasciati in sospeso prima della pausa d’agosto. E si comprende come l’autunno sarà caldo dal punto di vista politico quanto l’estate lo è ancora dal punto di vista climatico.
L’agenda la compila Tecla Boccardo, segretaria della Uil, che non esclude proteste clamorose se non si troveranno soluzioni. Parte dalla Gam ricordando «il primo incontro di verifica del percorso calendarizzato per il 12 settembre». Al Mise il punto sull’avanzamento del piano di rilancio del gruppo Amadori (al momento in attesa dell’aggiudicazione del bando del Psr e dell’arrivo delle risorse per avviare i lavori all’incubatoio) e sulla possibilità di prorogare la cassa integrazione che scade a novembre. Senza un altro anno di Cigs praticamente tutti gli attuali 280 addetti sarebbero fuori dalla ripartenza che resta ancora solo un progetto.
A Termoli, la chiusura dello Zuccherificio. In questo caso la segretaria Uil evidenzia la richiesta di coinvolgere al più presto «tutti i lavoratori» con le politiche attive individuate. Occorre, poi, affrontare «il tema del precariato nella pubblica amministrazione: in molte regioni il sindacato e le amministrazioni hanno già definito un percorso per la stabilizzazione come previsto dal decreto Madia. C’è tutto il tema della riprogettazione delle società partecipate e controllate, della valorizzazione dei loro dipendenti, in uno scenario molisano dove poco o nulla si sta facendo in proposito. Avvertiamo la diffusa preoccupazione per il tema della sanità, tra personale ridotto all’osso e riduzione dei servizi, duplicazioni che ancora persistono, integrazioni funzionali a rete unica del servizio sanitario regionale ibrida e non strutturata né rispondente alle necessita del malato, tra assenza di una vocazione che metta al centro la medicina territoriale e un piano operativo contestabile e contrastato». Accanto a una vertenza sanità, per la quale Boccardo auspica una ritrovata unità sindacale, «si aprirà una vertenza sulla fiscalità locale, anche per accompagnare l’iniziativa nazionale che verrà messa in campo questo autunno da Cgil, Cisl e Uil».
Ai bandi per la ripresa e all’area di crisi la Uil ieri ha dedicato la riunione di segreteria. «Bene l’avvio dei bandi ma si sta proseguendo troppo lentamente, le procedure per lo sviluppo dell’area di crisi avranno pure i loro tempi ma da noi non si avverte la messa a fuoco di un modello di sviluppo, di un’idea strategica, una modalità convincente di attrazione degli investitori. Si tenta di spingere i giovani all’autoimprenditorialità senza supportarli in alcun modo dal punto di vista dell’elaborazione di piani economici e progettuali (anche qui, in altre regioni diversamente si sta agendo). Si impegnano soldi nei tirocini senza alcuna ragionevole prospettiva di stabilizzazione e di “lavoro buono” per i soggetti coinvolti. Le stesse politiche attive – attacca Boccardo con la segreteria – si stanno progettando e realizzando “in salsa molisana” laddove sarebbe il caso di ragionare su come la tanta formazione che ci si ripropone di distribuire davvero apporterà un incremento delle competenze e a vere opportunità di lavoro vero e stabile (d’altra parte, in una regione dove si sono smantellati i Centri per l’impiego e la formazione professionale cosa ci si può aspettare?). Sulla creabile Zes tiriamo un velo pietoso: la Campania è pronta, la Calabria quasi, in Abruzzo il presidente si sta muovendo (almeno stando alla stampa locale), da noi, dopo lo sbandieramento iniziale e la valorizzazione delle azioni in sede parlamentare, tutto tace».
Protagonista nella proposta e nel riconoscimento dell’area di crisi complessa, il sindacato punta a esserlo anche oggi. Dall’edilizia in sofferenza, al caporalato in agricoltura, dal commercio al turismo, dalla Protezione civile ai trasporti, dall’Università al Welfare: «Tante le questioni aperte che si ripropongono in questo autunno che si preannuncia rovente». Dalla Uil si dicono pronti: «Noi di ferie non ne abbiamo fatte».