A Termoli, oggi, il congresso della Uil Fpl, categoria a cui appartengono medici, infermieri, veterinari, ma anche vigili urbani e operatori del terzo settore.
È una delle più rappresentative della Uil e impegnata in queste ore al tavolo nazionale per il rinnovo dei contratti degli enti locali e della sanità.
Tecla Boccardo, segretaria della Uil Fpl (e segretaria generale della Uil Molise), traccia un bilancio che parte proprio dai lavoratori, ‘colleghi’, in attesa del rinnovo del contratto «ingiustamente bloccato da oltre otto anni».
Se approvata, dice, «questa “riforma” rappresenterà il frutto del lavoro complesso durato più quattro anni tra le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, quest’ultima rappresentata dai segretari nazionali Antonio Foccillo e Michelangelo Librandi, con il governo. Risultato dei tanti presidi, manifestazioni e scioperi della categoria, che ha visto sempre una grande partecipazione della Uil Fpl Molise in ogni data e ogni luogo.
In questi ultimi anni, sono stati ridotti i contratti nel pubblico impiego, si è modificata la legge “Brunetta” che ne avrebbe reso impossibile il rinnovo e che di fatto ha limitato fortemente l’azione sindacale; ma tutti gli attacchi che la categoria ha subito non hanno di certo intimorito il sindacato che ha continuato nella sua battaglia in difesa del lavoro e dei lavoratori».-
Anche in Molise, prosegue, la Uil Fpl è protagonista fra i lavoratori del settore.
«Non c’è stata, in tutti questi anni, vicenda che non ci abbia visto presenti. Abbiamo letteralmente corso da una parte all’altra della regione, su tutti i diversi tavoli ed in ogni contesto di lavoro. Molto spesso, appena ce n’è stata la possibilità, abbiamo agito in modo unitario con le categorie di Cgil e Cisl. Talvolta ci siamo confrontati ed abbiamo operato anche con i sindacati autonomi del settore, da cui ci differenziamo per analisi metodo e obiettivi, non essendo corporativi. Ma molto spesso, troppo spesso, ci siamo trovati da soli oppure, se pure in compagnia, abbiamo dovuto sobbarcarci la parte più gravosa dell’impegno, trovando accordi che poi anche le altre organizzazioni sindacali hanno sottoscritto. E questo lavoro è stato ripagato nel modo più bello, ossia vedendo intorno a noi sempre più consenso, sempre più iscritti, pure in anni – sottolinea Boccardo – dove troppi precari degli enti locali sono stati mandati a casa e dove i pensionamenti hanno inciso fortemente nelle dimensioni della forza lavoro. L’azione sindacale nella Pubblica amministrazione e negli enti locali rappresenta per la nostra organizzazione una pietra angolare rispetto la crescita e lo sviluppo dell’intero comparto e che se adeguatamente riformato e sostenuto, raffigura un indice di crescita per il Paese intero in termini di servizi e di civiltà».
La Pa, sostiene la Uil, va rinnovata, partendo dai contratti, valorizzando il lavoro del dipendente, migliorando la sua formazione, investendo sull’evoluzione delle tecnologie, sulla semplificazione, sulla digitalizzazione.
«Impossibile in fase di bilanci non accennare al sistema sanitario regionale, rispetto a cui circa due anni fa – ricorda la segretaria – come Uil presentammo un progetto di riordino, proponendo un sistema a rete unico integrato a riferimento regionale, che vedesse compartecipare sistema pubblico e privato accreditato, con particolare attenzione al socio-sanitario e alla capillarizzazione della medicina sul territorio, per creare una rete che ponga al centro il cittadino e le sue esigenze. Da sempre, la nostra idea di integrazione è chiara: vanno premiate e potenziate le eccellenze del sistema pubblico, senza demonizzare quelle del sistema accreditato, che produce mobilità attiva. Purtroppo, invece, la confusione su questa integrazione è ancora parecchia, con accordi di confine poco chiari, con una mobilità passiva elevata, con sprechi non ancora eliminati e con duplicati di servizi tra pubblico e privato, in concorrenza tra loro. Insomma una servizio sanitario altamente costoso, ma ancora inadeguato alle esigenze del territorio, in cui pochi lavoratori ne sostengono il peso con sacrifici e prestazioni non sempre riconosciute o pagate».
Poi Boccardo allarga l’analisi ai servizi più in generale, erogati da piccoli Comuni che combattono lo spopolamento e l’isolamento. «Siamo spesso chiamati dai dipendenti comunali, in difficoltà a causa di carenze di personale. La nostra battaglia è di evitare il taglio dei servizi a quanti hanno scelto di vivere in quei luoghi, magari mirando a un sistema consortile di attività che non ne abbasserebbe la qualità ma sarebbe economicamente sostenibile. Stessa cosa per i nostri Centri per l’impiego, quotidianamente tra polemiche politiche, vicende giudiziarie addirittura, ma che oggi risultano fermi e senza personale, nonostante chiedemmo a gran voce la stabilizzazione dei precari che quotidianamente hanno operato per anni a favore degli anelli deboli del tessuto produttivo. Idem per il sistema della formazione professionale regionale, con operatori che da decenni al servizio della collettività e ai quali è doveroso offrire una soluzione definitiva». Non dimentica la Camera di commercio unificata: «Dopo una gran cura dimagrante a seguito di una forte razionalizzazione che ha visto anche diversi lavoratori precari perdere il posto, è giunto il momento di rimettere in moto la macchina dei servizi, considerata la grande strategicità che tale ente assolve in regione, in una fase dove l’assistenza alle piccole imprese è centrale per la ripresa». Infine, la Protezione civile regionale «ridotta all’osso anch’essa, in un territorio ad alta sismicità, con un incredibile dissesto idrogeologico, dove un presidio di professionisti che salvaguardano la sicurezza dei molisani, probabilmente, è obbligatorio, non necessario».
Un tratto comune a questi luoghi di lavoro è l’età media spesso elevata del personale, per cui è necessario lo sblocco del turn over. «Questo 2018 potrebbe essere l’anno del ricambio: nei prossimi tre anni andranno in quiescenza nel sistema regionale circa 600 dipendenti e 200 nel sistema sanitario pubblico. E mentre fino ad oggi l’unico sistema di reclutamento è stato irrazionale e coniugava il blocco del turn over con un utilizzo improprio del precariato, si potranno assumere in maniera seria, legittima e sensata quelle professionalità che sono necessarie alla qualità del servizio pubblico. In sintesi, continuiamo a rivendicare investimenti in servizi pubblici di qualità per un futuro di qualità!».
Tornando al bilancio del lavoro svolto, Boccardo evidenzia: «Possiamo dire di avercela messa tutta e di essere orgogliosi di quanto fatto e dei risultati raggiunti, con la collaborazione di molti, con l’impegno di qualcuno ma con la passione di tutti. Ma ora dobbiamo tracciare un percorso e definire una strategia, anche perché ci attendono anni difficili. E partendo dal nuovo contratto nazionale, bisogna attivare la contrattazione di secondo livello sui territori, rimettendo al centro il ruolo delle pubbliche amministrazioni e dei loro dipendenti, scongiurandone vessazioni con software e iniziative che sono più di mobbing che di controllo».
Nuova stagione, la sua proposta, anche per la Uil Fpl molisana «da perseguire attraverso un nuovo e qualificato gruppo dirigente, riconoscibile in ogni realtà lavorativa, impegnandoci a onorare al massimo i compiti di rappresentanza e di presidio dei luoghi di lavoro attraverso i nostri dirigenti. Abbiamo cercato di tenere assieme gli interessi dei lavoratori del nostro settore con i bisogni della popolazione e con le circostanze del sistema; abbiamo provato a individuare la strada più giusta e non quella più comoda, magari assumendoci anche delle grandi responsabilità; abbiamo sbagliato sicuramente in qualche circostanza e ciò accadrà ancora; abbiamo parlato con la politica, orgogliosi della nostra autonomia, perché un sindacato che non discute, si confronta, si oppone, collabora e sottoscrive accordi, non è utile; abbiamo lavorato tanto, e da oggi – conclude – lo faremo ancora di più».