Il 21 maggio scorso, presso l’Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni, è stato firmato il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per i comparti funzioni locali e sanità.
La notizia è stata resa nota ieri con soddisfazione dalla Uil e dalla Cgil.
«Finalmente – il commento della segretaria UilFpl Molise Tecla Boccardo – dopo due mesi dall’ipotesi di accordo, e quasi dieci anni, caratterizzati dal blocco della contrattazione e da politiche regressive sul lavoro pubblico, segniamo la fine di questa lunga attesa. La firma definitiva dei contratti per i comparti funzioni locali e sanità, per ordine di tempo – ancora Boccardo -, conclude il percorso dei rinnovi contrattuali per il triennio 2016/2018 del personale dipendente di tutta la nostra pubblica amministrazione, ridando slancio alla nostra macchina amministrativa ma, soprattutto, rivalorizzando e riconoscendo il ruolo sociale a quel milione e mezzo di lavoratori, che ogni giorno offrono i servizi pubblici essenziali ai cittadini. Un obiettivo importante, questo arrivato, nemmeno immaginabile prima dell’accordo con il governo del 30 novembre 2016, e che, invece, è stato raggiunto grazie all’impegno, al lavoro e alla determinazione del sindacato confederale, che ha dovuto lottare anche con i tanti attacchi strumentali provenienti dal mondo corporativista».
Molte le novità giuridiche ed economiche del nuovo contratto. A rendere “ricco” lo stipendio di giugno – informano dal sindacato -, saranno prima di tutto gli arretrati, che tradurranno in cifre l’eredità degli aumenti graduali previsti a valere sul 2016 e 2017 e sui primi mesi di quest’anno. La cifra varia da caso a caso, ma per esempio per un livello medio negli enti locali, si attesterà sui 450 euro.
Per quanto riguarda gli aumenti dello stipendio, a regime, valgono invece in media 85 euro lordi al mese negli enti territoriali, e oscillano a seconda del gradino occupato dal dipendente nella scala gerarchica.
In sanità, invece, gli arretrati per il 2016/2017 e i primi mesi di questo ammontano mediamente 480 euro a seconda della posizione ricoperta, mentre l’aumento degli stipendi si attesterà anche qui sugli 85 euro, ovviamente sempre in proporzione al livello ricoperto. Il tutto, senza intaccare gli 80 euro del cosiddetto “Bonus Renzi”.
«Non possiamo che essere soddisfatti di questo risultato – prosegue la segretaria -, a giudicare dalle condizioni di partenza e di quello che è lo scenario politico ed economico che ha accompagnato questo processo. Il sindacato, anche in questa occasione, porta a caso un risultato, assumendosi meriti, ma anche responsabilità. Una cosa è certa, possiamo affermare che è ripartita la contrattazione, quella forte, unitaria e organizzata. E riparte da questo risultato che dai mesi prossimi vedrà corrispondere anche alle migliaia di dipendenti molisani interessati sia gli arretrati maturati, sia gli aumenti previsti dal nuovo contratto. Ma non ci fermiamo qui! Siamo pronti già ad aprire un nuovo capitolo che ci vedrà sia impegnati sul rinnovo 2019/2021, sia lavorare alla contrattazione decentrata in tutti i luoghi di lavoro, anche per ridefinire il nuovo sistema di classificazione professionale previsto dai contratti. Il cammino – conclude Boccardo – è appena iniziato».
«Rimettiamo in moto un processo – aggiunge Susanna Pastorino, segretario generale Fp Cgil Molise – che dà preminenza alla contrattazione e alla valorizzazione del lavoro pubblico, a partire da tutti coloro che sono a lavoro per garantire i servizi pubblici, cancellando definitivamente la legge Brunetta. Possiamo affermare di aver riconquistato la contrattazione nel lavoro pubblico proprio nei giorni in cui celebriamo la figura di Massimo D’Antona. Con la firma definitiva su questi contratti siamo pronti ad aprire una nuova pagina. Si sta difatti già lavorando per dare avvio alla contrattazione decentrata in tutti i luoghi di lavoro, così come si sta ridefinendo il nuovo sistema di classificazione professionale previsto nei nuovi contratti. Ora volgiamo lo sguardo in avanti: dopo aver chiuso i contratti relativi al triennio 2016/2018, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, alle delegate e ai delegati appena eletti, ci accingiamo a predisporre le nuove piattaforme per il triennio 2019/2021. La data del 21 maggio 2018 segna il punto di partenza del riconoscimento del valore del lavoro pubblico per le tante lavoratrici e i tanti lavoratori del sistema pubblico.
Questo è il nostro impegno di sempre. Un risultato che segna il riavvio della contrattazione. Vogliamo considerarlo come un primo passo verso un ritorno alla normalità e per questa ragione ci aspettiamo dai nuovi governi, sia nazionale sia regionale – conclude Pastorino -, coerenza nello stanziamento delle risorse necessarie e attuazione delle nuove relazioni sindacali».