Lunedì 30 l’incontro a Palazzo Vitale con il presidente Toma. È il primo confronto ufficiale dall’insediamento in via Genova tra il governatore e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil.
Hanno chiesto di essere ricevuti congiuntamente perché – ha detto ieri mattina Tecla Boccardo nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare i temi che saranno sottoposti all’attenzione della Regione – «crediamo nella forza unita del sindacato».
Nella sede della Cisl di via Ziccardi a Campobasso, al tavolo dei relatori Sandro Del Fattore (Cgil), Giovanni Notaro (Cisl) e Tecla Boccardo (Uil).
Al governatore la Triplice chiederà l’apertura di un tavolo permanente, «i temi in agenda – la riflessione – non possono essere discussi nell’ambito di un solo incontro».
Nel 2017 hanno cessato l’attività in Molise 1.800 aziende, se ognuna, il ragionamento di Tecla Boccardo, produceva un solo posto di lavoro, vuol dire almeno 1.800 disoccupati in più. «È finito il tempo degli slogan – ha affermato la segretaria della Uil – è giunto il momento di passare alle risposte concrete».
La disoccupazione nei primi tre mesi del 2018 è stata pari al 12,2% (10,5% tra gli uomini, 14,8 tra le donne), in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando toccò il 15,2%. Ma la crescita occupazionale, seppur minima, si basa essenzialmente sull’esplosione di lavoro a termine e non strutturato.
La forza lavoro in regione, dato relativo sempre al primo trimestre di quest’anno, è pari a 119mila unità (tra occupati e disoccupati). Il dato più duro resta quello sulla disoccupazione giovanile ferma al 47%. Dunque, quasi un giovane su due (47,3%) tra i 15 e i 24 anni è in cerca di un impiego, contro una media nazionale del 34,7. La percentuale dei giovani tra i 15 e i 34 anni che non lavorano e non studiano (i cosiddetti neet) è ferma al 26 (24% in Italia). Cresce il Pil pro capite, attualmente stimato in 19.674 euro, ma è quasi un terzo più basso rispetto alla media del Paese e circa la metà della Lombardia.
Dito puntato, in particolare, sul ritardo di spesa dei fondi comunitari. Tra cui quelli destinati alla povertà e all’inclusione sociale. Non lo hanno mai nominato, ma è scontato che ogni riferimento – per quanto attiene la competenza della Regione Molise – è riconducibile esclusivamente al governo Frattura.
«Un problema – ha spiegato Notaro – che abbiamo affrontato in precedenza anche a livello nazionale con il ministro per il Mezzogiorno. Proprio per questo fu studiato il percorso dei Masterplan, uno strumento che avrebbe dovuto velocizzare la spesa. Ciò non è accaduto, producendo, di conseguenza, un disastro: avere fondi a disposizione e sapere che la politica non è stata in grado di programmare e di spendere appena il 3% è deprimente».
«I dati Istat – ha detto del Fattore – confermano purtroppo che la condizione del Molise è peggiorata: la lieve ripresa registrata negli ultimi due anni, nel 2018 si è interrotta. La regione è in grave difficoltà dal punto di vista economico e sociale, quel poco di lavoro che si era creato e che aveva generato la seppur lieve ripresa, era prevalentemente a termine. Contratti anche di pochi mesi. Abbiamo chiesto un confronto con il nuovo governatore perché è necessario invertire questa pericolosa tendenza, ma anche per discutere di alcuni aspetti concreti. Innanzitutto vanno date le risposte alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori che hanno perso il lavoro o sono da anni in cassa integrazione. Penso ai lavoratori della Gam, che forse avranno la proroga di un ulteriore anno degli ammortizzatori. Ma quei lavoratori non vogliono sostegno, vogliono lavoro stabile, vogliono una certezza nel futuro. Penso allo Zuccherificio: la fabbrica è chiusa gli ex dipendenti hanno perso pure il sostegno al reddito. C’era un impegno della Regione, assunto dall’intero Consiglio regionale, di ricollocare tutti coloro – nell’area di crisi semplice e nell’area di crisi complessa – che hanno perso il lavoro. È necessario dare seguito agli impegni assunti».
Lavoro tema centrale, dunque. Ma il documento che sarà sottoposto all’attenzione del governatore Toma reca più capitoli: sanità e sociale, edilizia e infrastrutture, agricoltura e ambiente, trasporti e viabilità, commercio e turismo, politiche attive, Europa, precariato, istruzione e formazione, grandi vertenze, Area di crisi, Zes, politiche industriali e innovazione, appalti e legalità.
Le aspettative sono numerose: «Servono segnali forti, non per noi – le parole di Notaro – ma per chi rappresentiamo».
Di sanità in conferenza ne ha parlato Boccardo: «Il settore è disorganizzato, non lo dice il sindacato, ma i drammatici eventi che sono accaduti in questi giorni. Si parla solo di tagli. Il potere organizzativo del Consiglio regionale deve andare oltre il limite massimo di spesa imposto: il valore di una vita non può essere vincolato ad una somma». Secondo la segretaria un altro passo importante va mosso nella direzione dell’attrattività: non solo per i pazienti, affinché scelgano il Molise per le cure, ma anche per i professionisti del settore. «I medici non rispondono ai bandi. In Molise non vogliono venire a lavorare perché evidentemente le strutture non offrono quelle opportunità e quelle garanzie che ogni professionista cerca. I pazienti molisani vanno a curarsi altrove e questo genera un costo, la cosiddetta mobilità passiva, che supera i 95 milioni di euro ogni anno. Basterebbe recuperare la metà dei pazienti che si recano fuori per ricevere prestazioni erogate anche dagli ospedali molisani, per rimpinguare i bilanci con più di 40 milioni ogni anno».
Il confronto con la Regione è aperto.
ppm