A fine anno scadono i termini per rendicontare a Bruxelles la spesa effettiva dei Fondi strutturali. La performance della Regione Molise non è stata delle migliori. La leader della Uil non le manda a dire e chiede se ad oggi «c’è qualcuno che ha percepito i risultati positivi dell’accelerazione che la Regione ha concordato con la ministra Lezzi qualche settimana fa».
Su questo argomento Tecla Boccado rompe
il silenzio senza fare alcuno sconto all’attuale giunta regionale: «Non si ha notizia alcuna di come le risorse comunitarie si stanno spendendo o programmando».
Le cose vanno male anche per il Paese tra gli ultimi in graduatoria, con una spesa certificata all´11,6% (5,9 miliardi di euro su un totale di 50,8 miliardi), tant’è che il governo nel maxiemendamento – riferisce la segretaria della Uil – per far quadrare i conti, rimodula per il 2019 oltre 1,6 miliardi di euro delle politiche per la coesione territoriale, spostando la spesa prevista per il prossimo anno di 850 milioni di euro per il cofinanziamento nazionale destinato ai programmi finanziati con risorse comunitarie e di 800 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione che per l’80% ha il vincolo di investimento nel Mezzogiorno. Una operazione questa che secondo la segretaria della Uil da una parte rallenterà ulteriormente la spesa dei fondi comunitari con il rischio di perdere risorse importanti per lo sviluppo e dall’altro ridurrà gli investimenti infrastrutturali, soprattutto nel Mezzogiorno.
Di fronte ad un Parlamento assai debole per chiedere modifiche alle norme proposte dal Governo gialloverde, la sindacalista alza le mani, ma chiede alle istituzioni regionali «almeno un impegno forte nella definizione di un piano per l´incremento della spesa delle risorse a disposizione del Molise, puntando su progetti qualificati, in grado di generare sviluppo e affrontare l’emergenza occupazionale, soprattutto giovanile, che si attende da lungo tempo. Un’azione, questa – evidenzia Tecla Boccardo – che dovrebbe vedere impegnate anche tutte le parti sociali: sindacato, imprenditori, commercianti, artigiani e associazioni agricole. Ma c’è poco da sperare: con un governo regionale che ancora non dà risposte sul tema del lavoro dello sviluppo e della coesione sociale, che non dialoga e non presta la giusta attenzione né ai documenti e alle proposte del sindacato, né ai richiami degli industriali. Peccato, perché solo con un utilizzo accorto e puntuale dei fondi europei in un percorso condiviso, assieme a una decisa accelerazione nella spesa, il Molise ed il Mezzogiorno, possono crescere in termini di competitività e di Pil. E se riparte il Mezzogiorno può ripartire l’Italia intera».