L’hanno chiamata #FuturoalLavoro per sintetizzare che con la manovra del governo gialloverde lavoro ce ne sarà ben poco.
«Non c’è nulla sugli investimenti, nulla per gli ammortizzatori sociali e il rilancio delle aree di crisi. Non c’è una visione complessiva. Fra tweet e divise questo governo parla solo di due o tre temi che non sono risolutivi». Franco Spina, segretario organizzativo della Cgil Abruzzo-Molise, chiude l’incontro con la stampa convocato nella sede della Uil per illustrare i motivi con cui anche «centinaia di molisani», ha appena annunciato la padrona di casa Tecla Boccardo, scenderanno in piazza sabato 9 febbraio a Roma nella manifestazione #FuturoalLavoro.
Cgil, Cisl e Uil hanno messo insieme una piattaforma unitaria di rivendicazione e di proposte. Investimenti pubblici per creare lavoro, che «non si crea con legge», meno tasse su occupati e pensionati, garanzia dei livelli essenziali di assistenza messi a rischio dall’autonomia differenziata che «privilegia le Regioni più ricche e alimenta i divari territoriali», superamento della legge Fornero sì ma attraverso una modifica strutturale del sistema previdenziale e non con ‘quota 100’ che è invece per la Triplice una «soluzione temporanea che riguarda pochi». Per la sanità le organizzazioni sindacali chiedono l’aumento del finanziamento del fondo nazionale e un piano di assunzioni, come pure in generale per la Pa.
A Roma sabato «andremo per chiedere un confronto vero con il governo nazionale e lo faremo portando il Molise nel cuore», spiega la segretaria della Uil Boccardo. Anticipa: «Probabilmente molto presto il premier Conte sarà in Molise, a lui chiederemo un supporto in più, l’attenzione di palazzo Chigi per la nostra regione».
Non sarà una manifestazione politica, sottolinea la leader della Uil. Lo conferma il collega della Cisl Giovanni Notaro. «Rispettiamo le scelte dei cittadini, certo ci aspettavamo azioni più coraggiose. Giusto superare la Fornero ma non siamo in grado di rimpiazzare al lavoro coloro che andranno in pensione con ‘quota 100’. Ancora una volta si fa cassa sui pensionati e lo Stato non assume. Con la recessione, poi, c’è il rischio di un aumento della tassazione a livello locale perché le misure della manovra non sono concordate neanche con le Regioni».
Cgil, Cisl e Uil in piazza contro il reddito di cittadinanza? «È una delle critiche che ci rivolgono -confessa Spina – ma si tratta di sciocchezze. I temi che porteremo a Roma sabato li sollecitiamo da anni, lo abbiamo fatto anche coi governi precedenti. E poi nel reddito di cittadinanza ci sono storture. Andrà a chi risiede in Italia da almeno dieci anni, bene. Ma molti italiani impoveriti dalla crisi allora rimarranno fuori, e tutto questo arriva da un governo che dice: prima gli italiani».
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