Dal 2010 i Comuni possono compartecipare al contrasto all’evasione fiscale e recuperare somme da reinvestire in servizi per i cittadini o rimodulazioni delle tasse. Un’azione che però non sembra andare, visti i risultati, nella direzione sperata.
Per questo la Uil, nel commentare i dati, lancia una proposta alla Regione Molise. Potenziare l’informazione in merito al meccanismo della compartecipazione, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione dei Comuni magari prevedendo altre forme di incentivazione.
In nove anni, i Comuni hanno recuperato 109 milioni di euro, frutto di oltre 110 mila segnalazioni all’Agenzia delle Entrate. Se si analizza l’andamento delle somme recuperate si è passati dai 1,1 milioni di euro del primo anno (2010), ai 2,9 milioni di euro del 2011, transitando per i 10,9 milioni di euro del 2012 e ai 17,7 milioni di euro del 2013.
L’apice si è toccato nel 2014, con un incasso di 21,2 milioni di euro, per poi rallentare e diminuire costantemente a partire dal 2015.
«Secondo uno studio condotto dalla Uil – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, riferendosi dai dati del Ministero dell’Interno, elaborati dal Servizio Politiche Territoriali -, rispetto alle iniziative di collaborazione nella lotta all’evasione messe in campo dai Comuni che hanno attivamente collaborato a questa attività, le somme spettanti per l’anno 2018 ammontano a 11,4 milioni di euro in diminuzione del 14,1% rispetto all’anno precedente».
Dati deludenti, se paragonati agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa che si registrano in Italia e che, secondo gli ultimi dati a disposizione, ammontano a oltre 108 milioni di euro.
«I Comuni devono e possono, invece, fare molto in chiave antievasione non solo perché così si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse a livello locale, ma anche perché una lotta serrata all’evasione fiscale e contributiva permetterebbe di ristabilire equità e giustizia sociale. Per questo chiediamo – continua Ivana Veronese – al Governo e al Parlamento di rendere strutturale, o almeno di prorogare, nella prossima legge di Bilancio il provvedimento che attribuisce il 100% del recuperato agli stessi Comuni che compartecipano al contrasto all’evasione».
A livello regionale, Tecla Boccardo rimarca un dato che preoccupa.
«Nonostante questa opportunità, in Molise riscontriamo dati davvero preoccupanti rispetto all’adesione dei Comuni. Infatti, dopo un avvio che lasciava ben sperare nel 2016, a distanza di soli 2 anni abbiamo visto scendere del 74% le quote di risorse assegnate e con i 2 capoluoghi che non hanno mai avviato l’attività di collaborazione in maniera diretta. Dal 2017 al 2018, vediamo che i Comuni aderenti sono aumentati da 4 a 6 e nella sola provincia di Campobasso, con somme ricevute pari a poche centinaia di euro.”
Una opportunità che gli amministratori dovrebbero cogliere, rimarca ancora il segretario regionale della Uil «sia per contribuire alla lotta all’evasione, parecchio presente anche dalle nostre parti, sia per poter contare su qualche risorsa aggiuntiva da reinvestire sul territorio.
Certamente, andrebbe potenziata l’informazione a favore dei Comuni riguardo a questa e altre iniziative analoghe e magari l’amministrazione regionale, per quanto di competenza, potrebbe sostenere una campagna informativa per aumentarne la partecipazione, magari sperando in una qualche forma di incentivazione ulteriore. Sono proprio attività come questa – conclude Tecla Boccardo – alle quali bisogna guardare con maggiore attenzione in quanto si pongono il duplice obiettivo di intercettare qualche economia ma soprattutto di migliorare la nostra società».

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