Prendere atto dei numeri e mettersi al lavoro per coniugare politiche attive del lavoro con quelle industriali.
Lo auspicava, a commento dei dati del rapporto Svimez due anni fa, la segretaria generale Uil Tecla Boccardo. Due anni dopo il rapporto «riafferma i ritardi del Mezzogiorno ed evidenzia le disuguaglianze territoriali, sociali e occupazionali».
Nel 2019, attesta il dossier presentato lunedì alla Camera, il Sud è entrato in recessione. Si allarga il gap occupazionale con il Centronord, per raggiungerlo servirebbe creare 3 milioni di posti di lavoro.
«Il filo conduttore del rapporto è dunque una confermata «debolezza»: demografica, occupazionale, soprattutto nella componente femminile, sociale, nella crescita, di infrastrutture, delle risorse nazionali della coesione, dell’efficacia e la lentezza della spesa dei fondi comunitari», evidenzia Boccardo confermando la necessità di affrontare la questione meridionale con strumenti straordinari.
Dal Molise, ma non solo, inoltre si continua a fuggire, «crollano gli investimenti pubblici, tanti giovani non terminano neppure gli studi e quanti li concludono vanno a spendere i loro titoli altrove. Non si può più aspettare che un dramma socio economico si trasformi in tragedia. Occorre, una volta per tutte, una forte politica di rilancio dello sviluppo del Sud, in grado di riequilibrare le differenze territoriali, aumentando gli investimenti e portando a spendere presto e bene le risorse dei fondi comunitari. Anche perché l’abbandono del Sud ha limitato la velocità di crescita del Nord. Non bastano i proclami o le belle intenzioni, bisogna passare dalle parole ai fatti, concentrando le risorse su pochi e qualificanti progetti, magari dando priorità a quei settori in cui siamo indietro, come le infrastrutture materiali e immateriali, la mobilità, le misure incentivanti per l’occupazione, accanto a un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione».
Se a livello nazionale, la Uil coglie alcuni segnali nella legge di bilancio e nell’annunciato piano per il sud, in Molise «assistiamo a qualche iniziativa isolata e non coordinata, a tanti proclami, ma quando arrivano i numeri, nessuno può confutarli. Speriamo che il Cis, accanto alle misure annunciate dai vari ministri competenti a favore del Mezzogiorno, possa davvero dare quel sussulto anche al nostro territorio. Stiamo davvero al bivio – conclude Boccardo – a quel bivio dove non si dovrebbe mai arrivare: sopravvivenza di una Regione o sua totale cancellazione».

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