«Totale approssimazione e disorganizzazione nella gestione della sanità molisana che mette a rischio la sicurezza degli stessi operatori e dei cittadini».
È quanto denunciano i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi e Nursing up che chiamano in causa il ministro della Salute Speranza, a cui chiedono di «verificare l’operato e le eventuali responsabilità di tutti gli attori che hanno portato al collasso la sanità molisana e, se necessario, sostituirsi con un intervento diretto dello Stato nella gestione dell’emergenza Covid adottando eventualmente provvedimenti di rimozione e/o sostituzione degli stessi con il mandato prioritario, a chi subentra, di organizzare un sistema sanitario appropriato per la cura dei cittadini molisani, di assumere personale a sufficienza per affrontare l’emergenza, garantire i Lea e abbattere le lunghe liste di attesa».
Dopo il sit-in di qualche giorno fa davanti al Cardarelli, il secondo in pochi giorni, le organizzazioni sindacali denunciano «sovrapposizioni e ingerenze nelle decisioni» tra commissario, sub commissario, direzione Asrem e presidente della Regione che «hanno prodotto un’inutile perdita di tempo, tanto da arrivare impreparati al secondo picco della pandemia con evidenti scelte fallimentari». E disegnano così lo scenario attuale: il Cardarelli «è ormai quasi totalmente assorbito dall’assistenza a pazienti Covid, tant’è che la rianimazione è adibita esclusivamente alle cure intensive dei pazienti Covid a danno dei pazienti non Covid che vengono operati d’urgenza e trasferiti in ambulanza in altri ospedali, con tutti i rischi connessi, soprattutto per le patologie tempo dipendenti». A Termoli e Isernia, invece, «si assistono indistintamente pazienti Covid e pazienti non Covid in attesa di ricevere la disponibilità al trasferimento presso l’ospedale di Campobasso». Il 118 «è stato trasformato in servizio ordinario dedicato al trasporto secondario dagli ospedali periferici a Campobasso sguarnendo di fatto sistematicamente i servizi salvavita».
Altro tasto dolente, il personale che «sotto organico già prima della pandemia , si è ulteriormente ridotto rispetto alla fase 1 a causa del diffondersi del virus e non può essere sostituito in quanto nessun altro operatore è stato assunto di recente». Sono stati prorogati i contratti a partita Iva, «comunque pochi e senza tutele». I sindacati denunciano poi che sono oltre 50 «gli operatori attualmente positivi al Covid e alcuni di loro con i segni clinici della malattia».
Quanto ai percorsi, in quelli «“puliti” ci si imbatte con pazienti positivi con e senza barella di biocontenimento, si incontrano operatori che trasportano pazienti deceduti diretti all’obitorio ospedaliero. Al contrario nei percorsi “sporchi” ci si imbatte spesso con l’utenza diretta nei vari ambulatori o servizi disseminati all’interno delle strutture ospedaliere regionali».
Gli spogliatoi del personale sono «abbandonati in totale degrado e relegati in spazi angusti».
Pure il bonus Covid promesso dalla Regione ancora non viene trasferito nelle casse dell’Asrem, aggiunge la nota.
Per questo, i sindacati del comparto sanità del Molise chiedono ai procuratori di Campobasso, Isernia e Larino di verificare «se l’assistenza erogata in promiscuità (pazienti Covid e pazienti non Covid) determina nocumento alla salute dei nostri cittadini e dei lavoratori della sanità» e all’ispettorato del lavoro di intervenire affinché l’azienda sanitaria ripristini gli orari di lavoro previsti dai contratti collettivi e dalle normative vigenti «perché 12 ore giornaliere sono incompatibili e insopportabili da parte dei lavoratori che registrano un’età media ben oltre la media nazionale».

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