Il 23 luglio 2018, giorno della firma della convenzione fra Rfi e Regione Molise per l’elettrificazione del tratto Campobasso-Roccaravindola, la spesa prevista per l’opera era di 80 milioni di euro. Qualche settimana fa, alla domanda “al termine dei lavori quanto sarà costato complessivamente elettrificare la tratta?”, Rete ferroviaria italiana a Primo Piano ha risposto: «L’investimento complessivo del progetto di elettrificazione della linea Roccaravindola – Isernia – Campobasso è di 290 milioni di euro».
Un incremento monstre di cui non sono state rese note le motivazioni né in che misura è stato sostenuto dallo Stato e in che misura dalla Regione. E che, seppure lentamente e quasi in sordina, ora sta iniziando a far discutere.
Il 6 dicembre il sindaco di Isernia Piero Castrataro lo ha commentato così su queste colonne: «Sembra spropositato, anche considerando l’aumento dei materiali e l’inflazione, comunque molto superiore alla media degli aumenti di altri appalti. A fronte di un’opera, poi, che non è ancora terminata. Quattro milioni a chilometro per cosa?». Il primo cittadino del capoluogo pentro, all’istanza di Trenitalia per la proroga di un altro anno del servizio sostitutivo con i bus ha risposto chiedendo invece il ripristino di «Isernia quale stazione capolinea di arrivo e partenza dei treni in esercizio sulla tratta Roma-Campobasso». Da Roccaravindola a Isernia, infatti, i lavori sono terminati e, da notizie che lui stesso ha assunto da Rfi, la tratta è stata collaudata.
Ieri, la presa di posizione del Movimento Consumatori che, proprio sulla scorta dell’inchiesta di Primo Piano, ha chiesto al Consiglio regionale l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui costi dell’elettrificazione.
«I cantieri apriranno nel 2019, entro la fine del 2022 la Capitale potrà essere raggiunta con treni moderni e con il 30% di tempo in meno», questa la sintesi a margine della firma della convenzione cinque anni e mezzo fa. Il cronoprogramma, come è evidente, è saltato del tutto. A tutt’oggi, si continua a viaggiare per Roma sugli autobus del servizio sostitutivo fino a Roccaravindola (solo due corse al giorno partono dalla stazione di Isernia).
La nostra inchiesta è nata, dunque, dall’esigenza prioritaria – sollecitata a giusta ragione anche da molti lettori – di capire quando l’opera sarà completata e messa in esercizio. Non certo marginale, naturalmente, anche il tema del “quantum” dell’investimento totale. Per questi motivi abbiamo contattato Rfi (a fine settembre) attraverso l’ufficio Comunicazione e posto ai vertici della società alcune domande. Dalle risposte giunte in redazione il 19 ottobre ora è noto che per arrivare nella Capitale dal Molise in tempi “moderni” avremo speso 290 milioni: 210 in più del previsto. E che la messa in esercizio della ferrovia elettrica dal capoluogo a Roccaravindola ci sarà a giugno 2025. Forse. Perché sul sito del governo OpenCoesione è indicato: fine lavori, 30 giugno 2026.

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