Non proprio una delle poesie che da bambini si imparano all’asilo o a scuola per essere declamate a casa, nel tepore della casa addobbata per le feste, in occasione del Natale. È un componimento scritto dal figlio di un autista del trasporto pubblico locale. Un componimento, quindi, di denuncia di una situazione che i sindacati non esitano a definire «inaccettabile». Alle redazioni lo ha inviato la Faisa Cisal.
Preghiera di Natale
Caro Gesù, stanotte ti voglio parlare,
mentre la neve comincia a fioccare.
Nel cuore porto un sogno speciale:
che il Natale quest’anno non sia sempre uguale.
Papà torna tardi, è stanco e preoccupato,
mamma lo aspetta con il viso angosciato.
Parlano piano per non farsi ascoltare,
ma so che lo stipendio tarda ad arrivare.
Le luci brillano su ogni balcone,
le vetrine son piene di ogni emozione.
I miei amici raccontano dei loro regali,
mentre io sogno solo momenti normali.
Non voglio giocattoli e cesti strapieni,
ma solo i sorrisi di mamma e papà sereni.
Gesù Bambino, tu che tutto puoi fare,
almeno quest’anno fammi sognare.
Metti nei cuori un po’ di calore,
fa’ che quest’anno ci sia meno dolore.
E se un regalo posso desiderare,
è vedere papà tornare a sperare.
Grazie, Gesù, per ascoltare il mio cuore,
questa preghiera la affido al tuo amore.
E mentre la stella illumina il cammino,
ti auguro un buon Natale, caro Gesù Bambino.