Appena dopo questo inverno, il Molise potrebbe diventare una regione senza treni. Né vecchi né seminuovi. In attesa di quelli elettrici, la tratta Campobasso-Venafro si avvia verso la chiusura. Considerando che la Campobasso-Termoli è già chiusa da un pezzo, la XX Regione sarebbe (sarà) attraversabile solo su gomma. Rotaie in standby perché in sostituzione.
La chiusura durerebbe otto mesi. Poi si viaggerebbe però su convogli moderni e in grado – insieme alla velocizzazione della linea – di portarci a Roma e da Roma con mezz’ora in meno rispetto a oggi, più o meno. E di sicuro, così si spera, più comodamente e con meno disagi e intoppi.
A lanciare l’allarme sono i sindacati: apprendiamo della possibilità di una chiusura completa della tratta Campobasso Venafro da marzo a ottobre 2020. Intanto, dicono, è incoerente con il fatto che si dava per certa l’apertura della ‘metropolitana leggera’. Le preoccupazioni maggiori dei segretari di Filt Cgil (Rolandi), Fit Cisl (Vitagliano) Uilt (Mastropaolo) e Orsa Trasporti (Formisano) riguardano i risvolti occupazionali: cosa faranno i (pochi) manutentori in servizio a Campobasso e i lavoratori delle pulizie? Non solo, i timori riguardano anche il rischio disaffezione. Una volta che gli utenti si abituano ai pullman sostitutivi, torneranno a scegliere il treno?
I sindacati quindi chiedono un incontro urgente all’assessore Vincenzo Niro anche per sapere se i lavori che saranno eseguiti nel periodo della paventata chiusura sono tutti già finanziati «in modo da scongiurare sorprese dell’ultimo momento, a cui siamo purtroppo abituati». Infine ribadiscono: non siamo contro l’ammodernamento «ma siamo senza dubbio preoccupati per gli illustri precedenti (sospensione dell’esercizio della linea Campobasso- Termoli, dopo lavori finanziati per circa 23 milioni di euro) e per la mancata informativa preliminare alle associazioni sindacali e alle associazioni dei consumatori e dei pendolari su questioni che sono di vitale importanza per il trasporto pubblico regionale».
La proposta di Rfi secondo alcuni sarebbe stata discussa in un recente incontro nella sede della Regione a Roma. Ma l’assessore Niro non conferma né smentisce. Getta acqua sul fuoco: «Siamo fermi ai ragionamenti al momento, alle chiacchiere. Quando mi sarà formalizzata la richiesta ne parlerò con i sindacati e naturalmente con il presidente Toma e la giunta». L’ipotesi, tuttavia, era stata già avanzata da Rete ferroviaria italiana: se volete fare più in fretta, detto in parole povere, si deve chiudere e non lavorare solo di notte. La chiusura risparmierebbe anche gli inevitabili disagi, intuibili se si considera che vanno sostituite le traverse. Ma le sigle sindacali insistono: in altre parti d’Italia si lavora in notturna senza fermare del tutto la circolazione. Di una cosa Niro si dice sicuro: il problema disaffezione non c’è perché, velocizzando o meno i lavori, sulla tratta poi si viaggerà con un parco mezzi elettrico e nuovo e su una linea appunto veloce e moderna.
La notizia della chiusura per lavori arriva, peraltro, alla vigilia della seduta decisiva sulla modifica normativa necessaria alla pubblicazione del bando per il trasporto pubblico locale: due lotti è meglio di uno, ribadisce l’assessore alla vigilia. «Si risparmiano 7.5 milioni e non lo dico io, lo dice La Sapienza, come lo disse Unimol alla giunta Iorio nel 2002 – la sua stoccata all’ex presidente che resta contrario alla legge – La domanda è se vogliamo ammodernare il sistema o continuare a pagare 30 milioni per il servizio che abbiamo oggi». La risposta, oggi in Consiglio regionale.

r.i.

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