Legambiente ha presentato ieri l’annuale rapporto di analisi del trasporto ferroviario in Italia che evidenzia come ad aumentare siano le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese. Inoltre il ritardo nella dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa ed una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.
Il numero dei passeggeri aumenta, toccando quota 5,699 milioni e segnando un nuovo record: nel 2014 il numero di viaggiatori era complessivamente di 5,1 milioni, per cui si deve segnalare una crescita dell’ 11,7% in cinque anni. Per i treni regionali, dal 2010 ad oggi, abbiamo assistito ad un aumento dell’8,2% dei passeggeri.
Sono infatti 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane. Ma il paradosso c’è: diminuiscono i chilometri di linee disponibili e la crescita nasconde differenze rilevanti nell’andamento tra le diverse Regioni e tra i diversi gestori. In alcune parti del Paese la situazione è migliorata, mentre in altre è peggiorata e si è ampliata la differenza nelle condizioni di servizio.
Il numero di coloro che invece ogni giorno prendono il treno per spostarsi su collegamenti nazionali è di circa 50mila persone sugli Intercity e 170mila sull’alta velocità tra le Frecce di Trenitalia ed Italo. I numeri sono complessivamente in aumento, ma con rilevanti differenze: mentre sugli Intercity tra il 2010 ed il 2018 abbiamo una riduzione che sfiora il 46%, sulle Frecce di Trenitalia si verifica un +114%, incluso Italo che è in forte crescita.
In 10 anni il bilancio dell’alta velocità è imponente: i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.
Drammatica è la situazione al Sud, dove i treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi (sono stati addirittura ridotti gli intercity e i regionali in circolazione negli ultimi dieci anni) e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificato.
Tra le situazioni più drammatiche in Italia è quella degli spostamenti interni alla regione Molise.
Da fine 2016 infatti non circolano più treni sugli 87 chilometri tra Termoli e Campobasso, con numerose polemiche tra la Regione Molise ed il gestore Trenitalia sulle responsabilità del mancato accordo per il ripristino del servizio. In ogni caso il Molise resta per i viaggiatori su ferro un regione divisa letteralmente in due e questa situazione fa si che il numero dei viaggiatori al giorno su treno rimanga a livelli bassissimi: 4mila passeggeri.
La linea di 87 chilometri che collega il capoluogo molisano con il mare ha visto la soppressione del servizio che era in vigore dal 1882. Si deve tornare almeno all’offerta di treni presente nel 2002, quando esisteva 1 convoglio che percorreva l’intera tratta da Vairano-Caianello a Termoli, 6 la Campobasso-Caianello e 7 la Termoli-Campobasso.
La linea al momento sembra destinata ad essere trasformata in particolare durante il periodo estivo, in una linea con finalità turistiche e non commerciali.
Al contrario un serio rilancio deve vedere come obiettivo un intervento di velocizzazione della linea anche tramite la realizzazione di tratti in variante per elevare la velocità di progetto a 150 km/h, ridurre il raggio minimo delle curve, la pendenza massima ed adeguare le gallerie. Infine con l’aggiunta dell’elettrificazione si renderebbe possibile il collegamento diretto tra Termoli e Roma, prolungando il tragitto dei convogli da Campobasso, in modo da ottenere un collegamento efficace con i collegamenti ad Alta Velocità che ora fermano a Termoli.
Analizzando inoltre in ogni Regione le risorse e gli impegni previsti nei Contratti di Servizio, clamoroso è il dato del Molise che registra un -33,2% passando dai 2,5 milioni del 2010 ad 1,82 milioni. Infine, l’età media del materiale rotabile in Molise è di 17,6 anni, con il 72,7% dei complessivi 23 treni superiore a 15 anni. La peggiore ‘performance’ dello Stivale.

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