L’intervento in Aula, ieri mattina, nel corso del Consiglio regionale ha fatto scendere il gelo sulle minoranze e parte di quella maggioranza che allora, era solo dicembre, votò convintamente l’emendamento Calenda sul gestore unico per il trasporto pubblico. Finì 11 a 10, complice l’alleanza tra M5s, Pd, Iorio, Calenda e Aida Romagnuolo. Una norma che, di fatto, stravolse la proposta di legge arrivata in aula, ribaltò il senso di un lavoro durato mesi e portato avanti dal presidente Toma, dall’assessorato, guidato da Vincenzo Niro, e dalla struttura che, con il supporto del gruppo di lavoro di esperti che aveva invece individuato, per le peculiarità della regione, il doppio lotto.
Il presidente Toma, oggi titolare della delega, collegato in videoconferenza da via Genova, ha illustrato ai consiglieri il contenuto della segnalazione ricevuta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e ha avvertito già l’Aula che il tema sarà portato con urgenza in giunta regionale per i correttivi – indispensabili – del caso.
Oggetto delle osservazioni, appunto, quella legge regionale – la 22 del 2019 – nella parte in cui stabilisce il lotto unico per la gestione del trasporto pubblico regionale. La segnalazione parte dal dl 50 del 2017, norma nazionale di riferimento in materia di affidamento dei servizi di tpl: all’articolo 4 si legge che «ai fini delle procedure di scelta del contraente per i servizi di trasporto locale e regionale, gli enti affidanti, con l’obiettivo di promuovere la più ampia partecipazione alle medesime, articolano i bacini di mobilità in più lotti, oggetto delle procedure di gara e di contratti di servizio tenuto conto delle caratteristiche della domanda e salvo eccezioni motivate da economie di scala proprie di ciascuna modalità e da altre ragioni di efficienza economica nonché relative alla specificità territoriale dell’area soggetta alle disposizioni». Quindi è espressamente prevista l’individuazione di un numero di lotti superiore al bacino di programmazione «per promuovere la più ampia partecipazione alle procedure di affidamento nonché di assicurare il corretto svolgimento del libero gioco della concorrenza tra gli operatori del mercato». Nella segnalazione, che nei fatti è una contestazione, si ribadisce che sulla materia si è espressa più volte la Corte costituzionale (la sentenza più recente è del 2018).
Quel giorno di dicembre, la maggioranza di centrodestra uscì sconfitta dall’Aula ma, come ricorda l’authority, la proposta di legge arrivata in consiglio regionale prevedeva correttamente – il doppio lotto, tra l’altro economicamente più vantaggioso secondo lo studio operato dal gruppo di lavoro che lo aveva elaborato. «Prima dell’approvazione della legge 22 del 2019 – si legge nella segnalazione di cui oggi ha dato lettura il presidente Toma – gli uffici tecnici del dipartimento Mobilità della Regione Molise avevano individuato in 2 lotti la dimensione efficiente di gara, sulla base di una analisi tecnica della soglia oltre la quale le economie di scala di produzione del servizio di tpl iniziano a ridursi e alla luce di un’analisi dei flussi di domande e dell’offerta prevalenti sul territorio. La configurazione su due lotti – rimarcano ancora – determinava un costo di produzione del servizio di tpl extraurbano inferiore rispetto alla soluzione del lotto unico». Questa configurazione era poi diventata oggetto del parere espresso dall’Art (autorità di regolazione dei trasporti) che giudicava positivamente l’articolazione a due lotti «idonea a favorire la contendibilità della gara e a minimizzare i costi del servizio». L’autorità quindi ritiene che sotto il profilo della concorrenza, le modalità e i criteri per l’affidamento del tpl extraurbano e i relativi bandi di gara «non possano essere fissati per legge ma basati su condizioni concrete di domanda e offerta del servizio con l’obiettivo di condurre procedure di affidamento competitive e tali da minimizzare i costi del servizio pubblico». Quindi la legge regionale votata in Aula, nei fatti completamente diversa da quella elaborata dalla giunta e dall’assessore Niro, che su tutti i fronti possibili si era speso per la soluzione doppio lotto, è in contrasto con i principi fondamentali e le disposizioni a tutela della concorrenza. L’autorità auspica che la Regione la modifichi, argomento che lo stesso Toma ha rilanciato parlando di una imminente seduta di giunta per discutere le modifiche segnalate dall’autorità, in modo da «risolvere i profili di contrasto con la disciplina euro-unionale e nazionale in materia nel rispetto dei principi fondamentali a tutela della concorrenza».
Gli argomenti alla base della segnalazione sono quelli che fecero letteralmente ‘sgolare’ Niro e Toma, in primis, che cercarono di spiegare ‘in tutte le lingue’ anche i profili di economicità derivanti dal doppio lotto di gara. Non solo: in quella seduta lo stesso assessore Niro richiamò sia i numerosi pareri dell’Autorità garante della concorrenza sul numero di lotti nelle gare del tpl sia la possibilità, per la stessa authority, di incidere sulla fluidità delle procedure di gara. Lancette indietro di cinque mesi, quindi: si torna al 22 dicembre 2019. Tempo trascorso inutilmente da allora ad oggi e danni economici, a fronte di un bando di gara che avrebbe dovuto essere pubblicato a dicembre e che avrebbe consentito risparmi importanti.
Amara consolazione, prima di ripartire da capo, Toma e Niro sintetizzano: noi lo avevamo detto.
Campobasso-Termoli in treno: dal 15 luglio tratta percorribile
Tempo due mesi e la Campobasso-Termoli potrà essere riattivata. Lo comunica Rfi che ha segnalato alla Regione Molise che sono in fase di ultimazione tutti i lavori che consentiranno di rendere disponibile la tratta ferroviaria che dal capoluogo porta sulla costa. Un tema anticipato, lo scorso anno, dall’allora assessore Niro che aveva avviato una decisa interlocuzione in merito con Rete Ferroviaria Italiana. Si tratta, come è evidente, di un passo verso il potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale che consentirà una valida e più ecologica alternativa al trasporto su gomma. In merito alla riattivazione, Rfi e Regione Molise dovranno comunque effettuare incontri specifici per individuare le azioni da porre in essere per l’eventuale ripristino della tratta e delle stazioni che sono presenti lungo il percorso ferroviario.
red.pol.