Lo chiamano ‘sciopero politico’ quello indetto per stasera (dalle 19 alle 23). A proclamarlo Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Traporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro che oltre ai disagi del settore rimarcano la mancata convocazione dell’assessore Pallante (titolare dei Trasporti) e confermano il presidio, il quinto, davanti al Consiglio regionale in coincidenza con la seduta in programma mercoledì. Quattro ore di sciopero generale per denunciare ciò che non va in un settore dove l’ultima clamorosa vicenda dei servizi extraurbani non ripristinati dalla società Atm (nonostante la determina regionale) costituisce – scrivono i sindacati – uno dei tanti esempi lampanti in grado di dimostrare la mancanza di credibilità e di autorevolezza delle Istituzioni regionali molisane e, contestualmente, lo strapotere delle imprese di trasporto locale. «Anche il neo assessore regionale ai Trasporti Quintino Pallante si è dovuto immediatamente piegare al sistema perverso che contraddistingue il trasporto pubblico locale in Molise, ma soprattutto allo strapotere delle imprese che operano indisturbate da decenni in questa Regione». Le disposizioni impartire alle aziende sono «lettera morta» per le imprese che continuano a prendersi gioco delle istituzioni e dei lavoratori. «La società Atm ovvero quella che assicura il maggior numero di chilometri e di servizi – scrivono le cinque sigle che hanno indetto lo sciopero – ha ammesso infatti candidamente che si adeguerà alla disposizione regionale non prima del 27 luglio. Il motivo? Difficoltà ad avvisare tempestivamente il personale che nel frattempo è stato collocato in ferie forzate. Ora potremmo anche entrare dettagliatamente sulla risibile giustificazione aziendale, citando innanzitutto le altre 28 aziende che si sono prontamente adeguate alla disposizione, ma soprattutto rammentando al patron Larivera che la propria impresa dovrebbe assicurare al pari della sanità un servizio pubblico essenziale garantito dalla Costituzione per il quale il Regio Decreto 148 del 1931 prevede espressamente che l’azienda, in casi eccezionali, abbia la facoltà di revocare ed interrompere anche la concessione di eventuali ferie al personale, come ha già fatto peraltro quando si è trattato di trasformare le giornate di ferie in cassa integrazione. Quello stesso personale che ovviamente messo forzatamente in cassa integrazione per ben 18 settimane e senza peraltro aver ricevuto ancora il relativo corrispettivo da parte dell’Inps sarebbe ben lieto di tornare finalmente a lavorare e non avrebbe alcuna difficoltà a riprendere immediatamente servizio anche in presenza di un minimo preavviso».
Se le imprese fanno il bello e il cattivo tempo, la Regione mostra tutte le sue debolezze in materia di autorevolezza e credibilità che non si recuperano cambiando semplicemente interlocutore istituzionale e assessore. Tant’è che sono state ignorate e disattese, senza alcuna reazione, sia la determina del direttore Brasiello sia le due mozioni approvate martedì scorso nel corso della seduta monotematica del Consiglio regionale sul trasporto pubblico locale.
E per finire, i ritardi nella erogazione degli ammortizzatori sociali imputabili alle imprese. L’inps ha confermato e ribadito che i ritardi che riguardano il pagamento della cig a 500 autoferrotranvieri molisano è attribuibile a precise responsabilità aziendali (codici iban non corretti e difformità rispetto al numero dei dipendenti beneficiari degli ammortizzatori sociali forniti dalle aziende».