Obiettivo raggiunto: dal 9 agosto sarà possibile utilizzare la tratta ferroviaria Campobasso-Termoli. Un’idea alla quale l’assessore Vincenzo Niro ha lavorato per parecchi mesi, in parallelo al progetto dell’agognata elettrificazione dell’altro ramo di strada ferrata che dal capoluogo porta a Roma e a Napoli e i cui lavori sono definitivamente partiti subito dopo la fine del lockdown. Vincenzo Niro, da qualche settimana, non è più titolare della delega ai Trasporti, che ha governato in questi due anni e mezzo di legislatura con piglio e determinazione, scontrandosi spesso con le tante emergenze del settore e lavorando sodo per risolverle (non solo le tratte ferrate, anche la questione del trasporto su gomma) ma la sua presenza alla conferenza stampa di ieri mattina, nell’area verde della stazione ferroviaria di Campobasso, incentrata proprio sulla riapertura della tratta che porta dal capoluogo alla costa dopo 4 anni di black out, è la prova provata del riconoscimento del risultato portato all’incasso. All’incontro con i giornalisti, oltre al presidente Toma, sono intervenuti l’attuale assessore regionale ai Trasporti e Mobilità, Quintino Pallante, il titolare della delega alla Viabilità e alle Infrastrutture, Vincenzo Niro appunto, e il direttore del Dipartimento IV della Regione Molise, l’architetto Manuel Brasiello. Un percorso che era stato dismesso, che però oggi – nonostante sia slow – mostra i suoi punti di forza. Il primo, quello più evidente: l’utilizzo del treno evita le lunghe e snervanti attese sul viadotto del Liscione o il percorso alternativo che si snoda sulla vecchia Statale. Il tempo di percorrenza è di certo maggiore ma, di contro, la tranquillità di non dover guidare, di godere del paesaggio, di non avere problemi di parcheggio una volta scesi nella città costiera valgono di certo la pena. Alleggerire anche il trasporto su gomma, con tutto quello che ne consegue in termini di salubrità dell’aria e di inquinamento, non è di certo argomento secondario. Oltre Campobasso e Termoli, il treno che torna a percorrere la ferrovia dopo 4 anni di stop si fermerà anche nelle stazioni di Matrice, Campolieto, Casacalenda e Larino. Nel dettaglio sono previste quattro corse giornaliere: si parte da Campobasso ore 6 (con arrivo a Termoli alle 7.50); da Termoli, al contrario, la partenza è fissata alle 6.12 con arrivo a Campobasso alle 8.10. Altra corsa dalla costa alle 12.05 con arrivo a Campobasso alle 13.57 e, al contrario, alle 18.25 dal capoluogo in direzione Termoli con arrivo alle 20.15. Anche se i tempi di percorrenza da Campobasso a Termoli e viceversa (un’ora e cinquanta minuti) non sono brevi, gli stessi diventano competitivi per Casacalenda e Larino, sia in direzione Campobasso, sia in direzione Termoli, e sono fondamentali per lavoratori e studenti pendolari. Nel dettaglio del progetto di ripristino della tratta ferroviaria, la linea è stata interessata da numerosi interventi a cura di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) che hanno riguardato il risanamento dell’armamento ferroviario (rotaie, traversine e massicciata) e delle gallerie presenti tra le stazioni di Termoli e Campobasso, il consolidamento di viadotti e la messa in sicurezza di ponti e ponticelli, gli interventi di pulizia e messa in sicurezza di marciapiedi e piazzali nelle stazioni di Campolieto, Casacalenda e Larino e l’eliminazione di alcuni passaggi a livello privati. Sui cantieri sono impegnati quotidianamente e da quasi 2 mesi, una sessantina di tecnici di Rete Ferroviaria Italiana e delle ditte appaltatrici per un impegno economico, a carico di RFI, di circa 15 milioni di euro.