Il primo della secolare storia del Campobasso fu Domenico Mastropietro, l’ultimo in ordine di tempo Fabio Prosperi. 1929-2022. Sapete quanti allenatori hanno guidato la squadra del capoluogo? Ben 104, ovvero più di uno a stagione visto che si parla di 93 anni di attività ufficiale. Dunque, il tecnico nato a Pescara 43 anni fa sarà il 105esimo tecnico rossoblù. Una statistica, quella del numero dei condottieri, che si è allargata a dismisura negli ultimi decenni, quando è quasi diventato di moda cambiare spesso mister. Ricordiamo tutti i continui passaggi di testimone durante la gestione Capone, cosa accaduta anche sul finire degli anni ottanta e dell’epoca d’oro. Come pure per tutti gli anni novanta e duemila. Restando ai numeri che appassionano tanti, Pasinato è stato l’allenatore numero 43 dei Lupi mentre Balleri il 35esimo. E ancora, Busetta il 70esimo e Farina l’81esimo. Il numero 100? Masecchia, che non ha lasciato certamente segni indelebili. Una storia di tecnici bravi e meno bravi, fortunati e meno fortunati. Ma quella panchina alla sinistra del tunnel d’ingresso resta tra le più ambite e affascinanti del panorama calcistico del Centrosud. E ora che si è nel proprio habitat, ovvero in serie C, ancora di più. Nel corso dei lustri diversi trainer hanno avuto più di una esperienza – non continuativa ma su due o più riprese – al Campobasso. Su tutti, Mario Oriente, Juan Landolfi, Francesco Farina, Mario Russo. Che non a caso sono tutti nella top ten di tutti i tempi per presenze totali.
Prosperi arriva subito dopo uno dei tecnici, appunto, con più panchine collezionate. Parliamo naturalmente di Mirko Cudini che ha salutato la piazza con ben 100 presenze tonde tonde e un quinto posto assoluto di grandissimo rilievo. Un’eredità pesante, l’abbiamo sottolineato più volte. Allo stesso tempo, però, i cicli si aprono e si chiudono e quello cudiniano era probabilmente giunto al capolinea. Ora ne va aperto, è la speranza di tutti, un altro che possa portare in dote risultati lusinghieri e centrare gli obiettivi prefissati. Che in primis vuol dire difendere con le unghie e con i denti la categoria.
FdS