Una situazione di crisi totale quella che ha investito il calcio campobassano nell’ultimo mese. Ma che ha prodotto anche un ritorno, anche se l’addio non c’era mai stato, del socio americano, Matt Rizzetta. Lo statunitense si è reso subito disponibile a dare una mano ed è tornato a sentire Mario Gesuè. Si vocifera di una possibile cessione delle quote di maggioranza, anche se Rizzetta attende in queste ore bilanci e documenti societari che possano fare il massimo della chiarezza. In ogni caso, «sono pronto a dare una mano almeno con una sponsorizzazione» ha ribadito nell’intervista che ci ha rilasciato ieri pomeriggio, quando a New York erano circa le 9.00.
Matt Rizzetta, come vede la situazione attuale del Campobasso in vista del ricorso al Tar del Lazio?
«Naturalmente, non essendo un legale né un esperto della materia, non posso offrire un parere professionale. Però posso dire che speriamo che vada bene questo ricorso. La società sta lottando, sta mettendo in campo tutte le forze e le risorse su questo ricorso, poi dobbiamo rispettare le istituzioni federali, come il Coni, la Covisoc, la Figc. C’è un processo da rispettare, delle regole da rispettare. Speriamo bene, posso assicurare che si sta facendo di tutto per far valere le proprie ragioni. Ma, ripeto, occorre anche il massimo rispetto per le istituzioni federali e ordinarie».
Sappiamo che è in contatto stretto di nuovo con Mario Gesuè: a suo avviso c’è la possibilità che lei possa diventare socio di maggioranza?
«Abbiamo chiesto alla società una trasparenza assoluta, massima in questa fase. E anche disponibilità massima. Finora devo dire che i rapporti sono tornati buoni, il dialogo è aperto e sanissimo per il bene della piazza. Stiamo lavorando assieme per trovare una soluzione. Non posso dire che sono fiducioso per una cessione della società nelle nostre mani perché ci sono anche rischi alti. Ma sicuramente siamo in contatto, stiamo parlando ogni giorno, poi abbiamo chiesto i documenti e siamo in attesa di questi. Solo dopo faremo anche noi le nostre considerazioni, per ora non posso parlare delle ipotesi di futuro societario finché non abbiamo tutti i documenti. Siamo in attesa dei documenti, appena li avremo li analizzeremo attraverso i nostri consulenti, il nostro team, i nostri legali e commercialisti. Poi decideremo. La cosa importante è il dialogo riaperto, richiesto da noi e accolto da loro. A prescindere da ciò che possa succedere, noi saremo pronti in ogni caso a dare una mano alla piazza, anche eventualmente con una bella sponsorizzazione, se le cose societarie non vanno in porto».
Se il Campobasso dovesse essere bocciato anche dalla giustizia ordinaria, Rizzetta potrebbe creare una nuova società che possa ripartire dalla serie D?
«Non ci stiamo pensando in questo momento, la nostra priorità ora è trovare una soluzione per aiutare la società già in piedi, quella attuale. Siamo concentrati su questo, poi se le cose dovessero andare male con altre bocciature, se ci fosse necessità di formare un’altra società faremo le nostre considerazioni a riguardo ma per ora non ci stiamo pensando».
Cosa sente di dire ai tifosi?
«Mi dispiace tantissimo di quello che è successo. Questo non è il momento di dire chi aveva ragione o torto. Dobbiamo unirci, cercare con tutte le nostre forze e risorse di trovare una soluzione perché la piazza merita palcoscenici più importanti. Anche a livello di immagine non è una bella cosa. Noi ci teniamo tanto, l’esperienza di Campobasso è stata bellissima, dispiace perché si sarebbe potuto continuare un progetto ambizioso ed entusiasmante. Si era creato un ambiente stupendo con Mario, con la piazza, con la squadra, lo staff tecnico. Vedere la situazione attuale mi dispiace veramente tanto. È una piazza che vive di calcio, purtroppo ferita troppe volte in questi anni. Non ha senso ora piangere sul latte versato: dobbiamo unirci per trovare una soluzione. Anche noi faremo parte di questa soluzione, con tutte le nostre risorse. Vediamo cosa succede. Dobbiamo pensare ora come ora solo alla piazza e alla società attuale, dobbiamo trovare assolutamente una soluzione».
Franco de Santis