di Mario Colalillo

Le luci si spengono, le immagini della serie B fanno brillare la Sala della Costituzione della Provincia. I calciatori del Campobasso strabuzzano gli occhi e vedono il Romagnoli gremito, le feste a tinte rossoblù di quando il pallone era una delle ragioni di vita dell’intera regione. Il salto in B nel match con la Reggina, l’1- 0 alla Juventus in Coppa Italia fino alla delusione di Napoli, stadio San Paolo, in quel maledetto spareggio contro la Lazio. S e r v i v a n o istantanee forti per far capire la storia che c’è dietro la maglia che questi ragazzi indossano. “I migliori anni della nostra vita” è la prima colonna sonora che accompagna i filmati del passato che si alternano sullo schermo. Renato Zero è il cantore, anche perché quando si vuole ricominciare è sempre un po’ l’anno zero. In sala diversi si commuovono: emozioni ancora oggi vive, a maggior ragione in tempi di magra. È un Campobasso che gioca nei professionisti, ma che ancora non riesce a coinvolgere. “Un progetto moderno in un cuore antico”, lo slogan scelto per cercare una nuova unione. In verità ci sono diversi posti vuoti e mancano i tifosi. Quelli dovranno essere i calciatori, constatate ieri le potenzialità della piazza, a trascinarli con le loro gesta nel catino di Selvapiana. O almeno così si spera. Diversi accenni anche alla campagna abbonamenti che ancora non decolla, ma che rappresenta linfa vitale per costruire un futuro all’altezza del passato. È durata un paio d’ore la presentazione ufficiale dei rossoblù. A fare gli onori di casa il direttore generale Anna Favi e il direttore sportivo Gianfranco Multineddu. Non c’era nessun esponente della famiglia Capone. Ufficialmente i proprietari del club erano impegnati in un’operazione di mercato. Già, la campagna acquisti. Nell’attesa di capire se ci siano altri volti nuovi, ieri sono stati presentati gli ultimi arrivati. A parte Adul e Candriva, ormai con il gruppo da inizio settimana, c’erano il giovane portiere Jacopo Esposito, prelevato dall’Olympia Agnonese, e un attaccante scuola Parma che Multineddu ha avuto con sé al Fondi, il classe 1994 Samuele Marinucci, 9 partite e un gol in Seconda divisione. “Il nostro lavoro sarà giudicato dai risultati – ha commentato il responsabile dell’area tecnica -. L’augurio è di poter essere tutti bravi al termine di questa stagione”. A rappresentare le istituzioni c’erano il presidente della Provincia, Rosario De Matteis, che ha rimarcato il proprio passato da calciatore rossoblù, e il numero uno regionale del Coni, Guido Cavaliere. Per il Comune di Campobasso, oltre al vice sindaco Cimino, era al tavolo della conferenza l’assessore allo Sport, Pasquale Colarusso. Dop o qualc h e screzio a distanza, è di nuovo pace anche con il delegato del primo cittadino. Che, peraltro, ha annunciato come ci sia già stato un incontro con la società per redigere la convenzione che regolerà l’utilizzo dello stadio Romagnoli. “Mercoledì abbiamo assistito a un vero schifo – asserisce senza mezzi termini riferendosi alle condizioni del terreno di gioco -. Non deve verificarsi più”. Il presidente dell’Acli Campobasso, Marco Meo, ha annunciato il connubio nato con il settore giov a n i l e . “Un’idea del c o m p i a n t o Antonello Toti – ha confidato – che oggi possiamo f i n a l m e n t e sviluppare. Non esistono più le Acli e il Campobasso. S i a m o un’unica cosa”. Tra i vari omaggi, anche la proiezione di un filmato in ricordo di Piero Ioffredi, meglio conosciuto come Polpetta. Poi è stato il turno dei veri protagonisti, i calciatori. Che sono saliti alla spicciolata sul palco. Minadeo ha parlato per tutti: “Il Campobasso ha avuto capitani come Scorrano, Maestripieri e Di Risio. Io sono solo l’ultimo di loro. Ma ne sono orgoglioso”. E giù applausi. Quindi è toccato al tecnico Imbimbo: “Dobbiamo dare il massimo per far esplodere di nuovo la passione di questa piazza”. Mister, ogni promessa è debito. A partire da domenica contro l’Hinterreggio.

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