Questione di testa. E non certo perché i due gol che hanno scritto la storia di Campobasso-Poggibonsi sono scaturiti dalle inzuccate di Panariello e Sciarra. Il dato è chiaro: i rossoblù hanno avuto difficoltà di approccio in quattro gare su cinque finora giocate. L’unica eccezione è rappresentata dal match di Coppa Italia contro l’Arzanese. Contro i campani in campionato, invece, un errore nei primi minuti ha spianato la strada agli avversari. Contro Aversa e Hinterreggio il Campobasso ha barcollato in avvio seppur senza prendere gol grazie anche a due traverse, ma poi ha avuto la meglio con freddezza e lucidità. Domenica, al cospetto del Poggibonsi, il pareggio è giunto soltanto nei minuti finali. Vero è che in queste cinque circostanze è maturata una sola sconfitta, ma questo è un dato di cui tenere conto con attenzione. Lo staff ne è peraltro cosciente. Sabato, nel corso della rifinitura, il tecnico Imbimbo e il preparatore Piscitelli hanno posto l’accento sulla necessità di partire con la giusta concentrazione. Messaggi, però, ancora una volta inascoltati. Il Campobasso ha dovuto attendere la prima sberla per svegliarsi, anche se poi ha reagito bene. Il direttore sportivo Gianfranco Multineddu ha paragonato quello che accade al Campobasso alla storia calcistica di Daniele Massaro, decisivo sempre a partita in corso e quasi mai se schierato dal primo minuto. Un esempio calzante e che spiega bene il fattore psicologico che frena i rossoblù nelle cosiddette fasi di studio, anche se è auspicabile un cambio di rotta. Perché Massaro era possibile lanciarlo nella mischia all’80’, ma fino a quel minuto il Milan aveva comunque campioni in campo come Van Basten, Papin, Savicevic e Boban. Qui è il blocco squadra che non reagisce fino al primo sollecito degli avversari.

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