Se il Nuovo Campobasso Calcio avesse un profilo Facebook avrebbe dovuto cambiare lo status da “giorno della verità” a “matassa ancor più ingarbugliata”. Già, perché l’imprenditore romano interessato a intavolare una trattativa per l’acquisto del club è sempre più un punto interrogativo, mentre torna a scricchiolare pure il rapporto tra Giulio Di Palma e Ferruccio Capone. Andare con ordine è però doveroso per non confondere ulteriormente le idee.
In mattinata è giunta da Vicenza la risposta ufficiale di Di Palma. L’ex giornalista di Repubblica ha inviato una e-mail al sindaco intorno all’ora di pranzo con una nuova bozza di preliminare e un chiarimento sull’ormai famosa questione della scadenza Covisoc di metà mese.
“Comprendiamo le esigenze – ha spiegato Di Palma -, ma non possiamo accelerare una trattativa per adempimenti che spettano a chi ha in mano le redini e non a chi vuole acquistare. L’intenzione di rilevare il club può ritenersi confermata, ma ci sono dei tempi tecnici da rispettare. L’unica condizione da porre è quella che i documenti contabili ricevuti, alcuni dei quali peraltro non ufficiali, corrispondano al vero. Il Nuovo Campobasso Calcio non ha nemmeno una convenzione con il Comune per l’utilizzo del Romagnoli e non si possono certo fare progetti senza l’assenso del padrone di casa. Se l’attuale società vuole, andiamo avanti. Ma con le giuste modalità”.
Dal presidente giunge però un rifiuto categorico: “Le garanzie per il 15 aprile rappresentano un presupposto imprescindibile – ha ribadito Capone -. Se non si interviene, dal giorno dopo la squadra si ritroverebbe in autogestione per poi recuperare le somme a fine stagione dalle fidejussioni prestate. Chi vuole acquistare dal 16 in poi verrebbe costretto a fare fronte a sgradite penalizzazioni e nuovi debiti accumulati, dal momento che bisognerebbe tanto per fare un esempio restituire finanche alla Lega Pro gli incentivi riscossi fin qui per il minutaggio dei giovani. Oggi il saldo passivo ammonta a un milione e duecentomila euro o poco più, nella seconda metà del mese lieviterà. Ecco perché dico che chi vuole prendere il Campobasso lo deve fare subito. Anche perché solo perché siamo in difficoltà non chiediamo il prezzo commerciale. In ogni caso non cambio idea: a giugno iscrivo la squadra in Eccellenza e metto in liquidazione la società”.
Per Di Bartolomeo, però, la procedura è corretta: “Se si rispettano i paletti imposti nella procura vado dal notaio e posso dire che finora Di Palma sta facendo le cose per bene”.
Il sindaco avrebbe dovuto incontrare in giornata l’imprenditore romano con cui ha già avuto un contatto mercoledì. Non si sa, però, se il summit ci sia stato. All’orario stabilito, infatti, a Palazzo San Giorgio non si è visto nessuno. Non è da escludere che sia stata solo una strategia per dribblare la stampa, anche se le parole del primo cittadino sono sembrate sincere: “Non ho avuto alcun colloquio – ha asserito -. Se non fosse ancora chiaro, però, ripeto un concetto: non sono il sensale di nessuno. Io sono il sindaco di Campobasso e in questa veste ho accettato di affrontare il discorso rossoblù. Non tratto cavalli e non parlo a titolo personale. Quando questo romano tornerà qui gli ribadirò che se intende procedere in modo diverso rispetto a quanto stabilito da Capone, così come ha ipotizzato in precedenza, deve andare a discutere direttamente con lui”. Poi una stilettata a microfoni spenti: “Ho fatto il militare nel genio e lì c’era il reggimento dei guastatori”, quasi come a significare che finora l’unica trattativa reale sia quella di Di Palma e che il resto possa essere quasi un’operazione di disturbo. Tra Capone e la pista vicentina, però, c’è un nuovo allontanamento. E il 15 aprile è sempre più vicino.