La curva sud di Selvapiana domenica si colorerà di granata. Ma di vergogna, non certo per lo sventolio delle bandiere dei tifosi agnonesi che loro malgrado dovranno restare a casa e non potranno raggiungere Campobasso per il derby. In quindici mesi il Comune capoluogo non è riuscito ad aprire al pubblico il parcheggio asfaltato (e mai completato) addirittura a settembre del 2015. E così gli organi preposti, dopo deroghe e chiusure di occhi, stavolta hanno deciso di non credere più alle rassicurazioni di Palazzo San Giorgio. Il provvedimento è stato reso noto ieri sera: i biglietti della partita non potranno essere venduti ai residenti nella provincia di Isernia. Il motivo? La mancata realizzazione della separazione degli spazi riservati alle due tifoserie per il posteggio delle auto. Una problematica assurda per uno stadio che ha ospitato la nazionale e che continua a essere nell’abbandono più completo. Una problematica assurda se si considera che quasi un anno e mezzo non è bastato a individuare una soluzione anche attraverso l’installazione di barriere rimovibili.
A dire la verità la settimana scorsa il Comune di Campobasso ha stralciato la questione parcheggio dai lavori finanziati con i famosi 800mila euro della regione (che dovrebbero partire a fine campionato) e ha affidato le opere a una ditta di Ripalimosani. Oggi trova spiegazione il motivo di tale urgenza. Così come è saltato fuori che domenica scorsa, quando il Lupo ha affrontato il Monticelli, solo l’assenza di tifosi provenienti da Ascoli ha evitato addirittura la chiusura completa dell’impianto. Che, allo stato attuale, non può accogliere poche decine di persone così come, nell’estate del 2015, non ha ottenuto neanche l’agibilità per una semplice partita amichevole.
Quello del parcheggio, inoltre, è solo uno dei punti critici. All’interno, infatti, permangono le condizioni fatiscenti di diversi settori (la maggior parte dei quali interdetti al pubblico) oltre che gravi carenze in servizi basilari quali quelli igienici.
La notizia ha ovviamente creato delusione ad Agnone – dove già era in atto una buona mobilitazione per la trasferta – ma anche e soprattutto a Campobasso vista l’ennesima magra figura rimediata per quello che vent’anni fa era un gioiello e che ora è una cattedrale (crollata) in un deserto. La società rossoblù ha provato anche a chiedere l’inversione di campo o a giocare su un terreno neutro ma la Lega si è opposta non essendoci più i tempi tecnici. Dal tifo rossoblù hanno lanciato l’idea di ospitare i colleghi dell’Agnone in curva Nord, ma formalmente il problema non è dove collocare i supporter granata, ma dove parcheggiare le loro auto. E – inoltre – con il divieto emesso è impossibile far accedere all’impianto persone residenti in provincia di Isernia. In altre città si rimedia con dei separatori provvisori ‘betafence’ o si realizzano degli spazi di interscambio dove far confluire il pubblico ospite per poi trasportarlo con degli autobus allo stadio. Già, altrove però. Non a Campobasso. Dove allo stadio è rimasto solo il nome. Anzi, forse nemmeno quello visto l’irrisolto dibattito in atto da tempo tra Romagnoli, Comunale di Selvapiana e la possibile intitolazione a Scorrano.

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