Altro giro, altra corsa, altra frenata. Perché non è una sconfitta ma a conti fatti ha delle sembianze molto simili, tali da mettere il Campobasso spalle al muro e inchiodato alla triste realtà. La vetta è sempre più lontana, col Matelica scappato a +11, e il pari di Pineto è un brodino che non può certo sfamare un “Lupo” ferito e incapace di ritrovare la propria assenze. E se la sconfitta con l’Avezzano aveva fatto risuonare l’allarme, la prestazione offerta in casa biancoazzurra ha sostanzialmente confermato pregi e difetti di una squadra che non sa più mordere come avveniva puntualmente nelle prime giornate. Un’involuzione cui si proverà a porre rimedio tra poche settimane, col mercato destinato a sconvolgere equilibri e rimodellare il volto di un organico che non sembra più in grado di volgere a proprio favore gli episodi. E il destino, che di queste cose se ne fa beffe, puntualmente ha preso a battere altre strade.
POCA VERVE – A Pineto l’illusione è durata una decina di minuti. Quelli che sono serviti ai padroni di casa per ritrovare il pari dopo che D’Agostino (e chi se non lui?) aveva provato a irradiare l’ennesimo pomeriggio a tinte fosche. Un paio di cambi di formazione rispetto alla gara di domenica scorsa, ma almeno in avvio la musica non pare cambiare poi più di tanto. Il Pineto al contrario parte bene provando a imporre il proprio ritmo, con Gragnoli che dopo un paio di minuti chiama Landi al primo intervento riparatore. La pressione dei locali non si attenua: Bisegna trova un varco per inserirsi lasciando partire un rasoterra carico di veleno che manca la porta di un soffio. La manovra dell’undici di Amaolo è avvolgente, anche se non sempre continua. Quella del Campobasso prova a decollare dopo il quarto d’ora con Ingretolli che per poco non fa il colpaccio al 19’, quando una carambola lo favorisce obbligando Pomante a spazzar via la sfera a un passo dalla linea di porta. È un segnale bellicoso replicato poco più tardi con una conclusione da fuori di Esposito Lauri, con la palla che non scende abbastanza. Il Pineto si rifà vivo dalle parti di Landi col solito Bisegna che disegna una traiettoria insidiosa, ma appena fuori misura.
BOTTA E RISPOSTA – Non ci si annoia sugli spalti, col match capace di prendere vigore dopo un avvio un po’ alla camomilla. Ma ci si dispera sulla tribuna dei sostenitori di casa al 33’ quando Elefante sbuca a sinistra servendo Ribeiro dalla parte opposta, lesto ad appoggiare per l’accorrente D’Agostino che da distanza ravvicinata non lascia scampo a Giachetta. Il gol suona alla stregua di una liberazione per il Campobasso che di colpo sembra scrollarsi di dosso ansie e paure, tanto che quei pochi sostenitori al seguito festeggiano convinti che il peggio si alle spalle. Non hanno fatto però i conti con Ciarcelluti che al 43’ infila la porta rossoblù con un preciso colpo di testa sull’invito a nozze di Napolano. È una fiammata ma tanto basta per riportare i Lupi con i piedi per terra. Eppure l’abbrivio mostrato nella seconda parte di gara è di quelli che lasciando ben sperare: Bisceglia scodella un bel pallone per la testa di Ribeiro che chiama Giachetta all’intervento più difficile di giornata. Il Pineto però è desto e lo dimostra al 13’ quando Gragnoli obbliga Landi alla risposta in corner con una sventola che avrebbe meritato miglior sorte. La pressione dei locali si fa un po’ più insistente: ancora Landi deve metterci i pugni su una girata di Bisegna, poi è lo stesso attaccante biancoazzurro a tentare la conclusione dopo una bella azione personale, senza però centrare la porta. L’occasione più ghiotta la spreca però Esposito che da due passi manca il bersaglio sull’invito di Esposito. Il Campobasso non riesce più a salire, subisce l’iniziativa dei locali che al 41’ vanno vicinissimi al raddoppio con Pomante che colpisce forte e teso di testa, ma sbagliando di poco la mira. Solo a tempo scaduto i rossoblù hanno un sussulto con Esposito Lauri che prova a finalizzare una veloce ripartenza, ma senza effetto. Finisce 1-1 e a conti fatti poteva finire anche peggio.
ANDREA AMATUCCI