Un Kargbo armato di nome Augustus. I cingoli dell’attaccante nato nella Sierra Leone schiacciano un Monticelli giunto a Selvapiana con la fama di squadra in ripresa. Il classe 1999 chiude una settimana in cui ha rischiato di non giocare per problemi fisici con una sontuosa doppietta e l’assist per Marzano. Nell’attesa dei gol di Balistreri e di capire l’utilità di Evacuo, anche ieri bocciato dall’allenatore che non l’ha fatto muovere dalla panchina, il Campobasso può interrompere grazie a Kargbo un digiuno che perdurava da oltre due mesi, ovvero da quel famoso pomeriggio di San Marino sfociato nel cervellotico esonero di Foglia Manzillo. Il 3-0 trascritto sul referto dall’arbitro calabrese Baratta restituisce fiducia a uno spogliatoio che ha bisogno di individuare nuove certezze (e conseguente continuità) dopo quella raffica di rivoluzioni e controrivoluzioni che, oltre a estromettere il Lupo dalla lotta per il primato, ha minato tutti gli equilibri acquisiti nei primi mesi di lavoro.
Nel vuoto di Selvapiana (appena 74 gli spettatori transitati per il botteghino!) i rossoblù provano a ripartire per dare un senso al girone di ritorno e poi restituire in zona post season la sfera a una società che ha dichiarato di credere ancora nella possibilità di un ripescaggio, a maggior ragione se dalle elezioni federali dovesse uscir fuori la proposta di un altro girone di Lega Pro. Senza spingersi troppo in là con i sogni e le ipotesi, va detto che il Campobasso ha regolato senza problemi un avversario in crescita ma comunque di modesta graduatoria. Lo ha fatto però in maniera autoritaria grazie a una partita dominata sin dalle prime battute. Foglia Manzillo ha giocato con una sorta di 5-3-2 (senza Ribeiro, Elefante e Del Prete hanno spinto poco sulle corsie agendo di fatto da terzini) ma ha scelto due mezzali votate all’attacco come Gerardi e Varsi per supportare l’azione di Balistreri e Kargbo. E’ proprio di Gerardi, un atleta spesso sottovalutato nello scacchiere rossoblù, il primo assalto. L’ex Picerno effettua un tiro cross dalla mancina che viene alzato in angolo con qualche affanno da Marani. A seguire è invece Varsi a premere il grilletto dopo una punizione battuta d’astuzia da Danucci. Stavolta il cuoio rotola fuori d’un niente. Il Monticelli non va oltre una traiettoria a girare di Galli che non inquadra la porta. Il Lupo torna a ruggire ed è Gerardi a scheggiare la parte alta della traversa anche se gli ascolani restano in agguato con un break di Vallorani ai danni di Del Prete. Il numero undici ospite ruba palla poco prima della trequarti e assesta una sventola sulla quale Landi è provvidenziale. Il Campobasso capisce che deve fare sul serio. E così passa con Kargbo, lesto a ricevere sugli sviluppi di una rimessa laterale e a colpire tra due avversari inermi. E’ la prima rete in Italia, ma l’africano non è ancora sazio. Prima conduce un poderoso capovolgimento di fronte con apertura per Balistreri che non ha il piede caldo e si lascia smorzare la battuta. Quindi raddoppia, ben appostato di testa sul secondo palo dopo una battuta d’angolo dalla lunetta destra. Il colpo fuori bersaglio di Gesuè da fuori riassume la frustrazione del Monticelli. Nella ripresa il Campobasso prova ad addormentare la gara. Gerardi va ancora alla stoccata, Marani respinge e Varsi non indovina il tap in. Il Monticelli non si presenta mai dalle parti di Landi. Il neo entrato Marzano ispira un capovolgimento di fronte, Balistreri rifinisce ma Kargbo sgancia un destro centrale e debole. Ben più riuscito il suggerimento per Marzano, lesto a infilare un diagonale che batte contro il palo e poi termina la propria corsa in rete rimpinguando il punteggio.
Il Monticelli vorrebbe quanto meno la rete della bandiera ma Landi non è d’accordo. Nel cuore del recupero il portiere del Campobasso prima sventa su Galli, quindi neutralizza il colpo di testa di Ciabuschi sul calcio d’angolo che scaturisce. La squadra torna a esultare sotto la Scorrano e raccoglie l’applauso convinto dei pochi intimi presenti. Se è cominciare la risalita lo stabilirà la trasferta di domenica a Fabriano.
Mario Colalillo