Le favole a volte diventano realtà e fanno emozionare più dei racconti dei nonni ai nipotini. Per capire bene questa storia bisogna fare un flashback, un bel salto all’indietro, con gli anni e con la mente. Anzi, con il cuore. Inizio anni ottanta, la Campobasso calcistica vive un momento molto buono, si giocano campionati di serie C1 di altissimo livello. La B non è più un miraggio e per farla diventare un obiettivo si impegna in prima persona un imprenditore edile che diventerà il personaggio più importante di Campobasso. Naturalmente, parliamo di Antonio Molinari, pardon del presidentissimo Tonino Molinari, così come era ed è conosciuto da tutti gli innamorati del pallone rossoblù. Fasti antichi ormai, epoca d’oro che risale a 35 anni fa, più o meno. Ma resta vivo, intatto, il sentimento verso il rivoluzionario del calcio nostrano. Che ha seminato, e i germogli stanno crescendo bene. Succede che il nipotino di cui si parlava in precedenza non solo ha ascoltato con gli occhi sgranati i racconti del nonno ma ha appreso l’insegnamento nella sua accezione migliore.
Il protagonista della nuovissima pagina calcistica si chiama Edoardo Ruggeri e il nonno era, appunto, il presidentissimo. La mamma è Barbara Molinari, figlia dell’indimenticato condottiero dei Lupi. Il suo ruolo è quello di direttore tecnico in una società di Terza categoria laziale, il Vesta Calcio, che vuole scalare tutti i gradini del calcio dilettantistico e poi professionistico con grandi ambizioni: «Non ci poniamo limiti – esordisce Edoardo –. Si tratta di un progetto che nasce grazie all’intuizione del divulgatore tecnologico Gian Luca Comandini, contattato da una formazione di parrocchia che navigava in brutte acque. La scintilla è scattata subito e grazie a una cordata di giovani imprenditori di starting finance deal, è stato fatto il grande passo. Siamo dovuti ripartire dalla Terza categoria, con una nuova affiliazione, attraverso il lavoro coordinato da gente piena di passione. C’è grande caparbietà e abbiamo subito deciso di puntare in alto”.
La tecnologia è un tutt’uno con il calcio, in questo caso: «C’è la volontà di mettere le radici con un progetto pluriennale e investendo in macchinari di ultima generazione, cardiofrequenzimetri, strumenti per l’analisi dei dati qualitativi. Insomma, portare una nuova visione partendo dal basso. Abbiamo una partnership con MySoccerPlayer, che ha installato una telecamera avanzatissima sul campo a 180 gradi, riprendendo preparazione atletica, esercizi e partite, così da consentire una visione globale della giornata della nostra squadra». Ragazzi molto preparati nell’ambito della comunicazione, che utilizzano molto i social come canali di divulgazione e anche reclutamento dei ragazzi. Il direttore tecnico Ruggeri spiega che l’organico è composto da «alcuni elementi della vecchia guardia ai quali sono stati affiancati innesti giovani, di valore». Nonostante la sosta forzata dovuta al lockdown, «si stanno continuando ad allenare, non c’è una data di rientro ma la maggior parte viene ad allenarsi. Il mister può contare su un ottimo staff, abbiamo creato una rete molto solida. Abbiamo tutti voglia di metterci a disposizione della società, crescere tutti insieme, abbiamo responsabilità e privilegio di creare la storia da una piccola realtà». Il Vesta si allena al campo sportivo Elis di Casalbruciato e nell’arco di pochi anni vuole raggiungere le categorie che contano.
E magari Edoardo vorrebbe ripercorrere quanto fatto dal nostro presidentissimo: «Non nascondo che la passione calcistica nasce in famiglia. Nel mio sangue scorre calcio grazie a mio nonno. Sono cresciuto con i suoi racconti, con la passione che ci metteva. Devo dire che nel giorno dei suoi funerali sono rimasto colpito dalla presenza di tifosi e dall’affetto che hanno dimostrato, ricordo un vecchio ultras del Campobasso che si volle prodigare per portare la bara in spalla. Capii cosa aveva fatto mio nonno e cosa il calcio potesse regalare alla gente. Mio nonno è stato un punto di riferimento, ha regalato tanta felicità alla gente. E questo mi affascina molto, anche per questo ho deciso di rischiare il tutto per tutto. Voglio cogliere questa possibilità. I tifosi rossoblù scrivono spesso a mia mamma sui social, inviano video, foto, dell’epoca. Confesso che in camera ho incorniciata la medaglia della promozione in serie B. Sarebbe un onore raggiungere i risultati di mio nonno e magari superarli». In bocca al lupo… «Viva il Lupo».
fds