Mentre Mattia Rossetti faceva ‘esplodere’ i pochissimi di Selvapiana e i tantissimi a casa ‘purgando’ la Recanatese, Lautaro Martinez si preparava a far urlare a squarciagola gli interisti. Parallelismi fuori luogo? Neanche tanto. Intanto, il minuto è su per giù lo stesso, 86 a Campobasso, 85 a Torino. Altro indizio: entrambi hanno castigato il portiere avversario di testa, lasciando di stucco e immobile la difesa. Troppo poco per essere convincenti? E allora c’è un altro dato che taglia la testa al toro: si tratta di tre punti, sia per i nerazzurri che per i Lupi, che valgono – come si dice in questi casi – doppio. Sì, perché in vetta alla serie A resta la squadra di Conte con un vantaggio molto ampio, mentre il primato dei molisani viene rafforzato. Da ieri, infatti, il Notaresco viaggia con quattro punti di svantaggio, un solco non immenso ma considerevole. Tutto molto emozionante. Ma che sofferenza. È proprio il caso di dire che da un po’ di giornate a questa parte il Campobasso riesce a sfornare partite non lusinghiere dal punto di vista estetico ma assolutamente concrete, pratiche. Si riesce a gestire, cioè, il risultato di parità o di vantaggio striminzito senza subire reti. Accade in casa, in modo consecutivo, da tre gare: con il minimo scarto sono state stese Aprilia, Castelfidardo e Recanatese. E neanche a Montegiorgio si sono incassati gol, pur senza andare a rete. Dunque, l’imbattibilità difensiva sale a 360 minuti. Un numero importante, perché se i campionati si vincono anche dando vita a prove non perfette ma con bottino pieno, nella maggior parte dei casi trionfa la squadra che subisce meno gol.
Il match è riassumibile in poche righe: primo tempo brutto, e si parla di sponda rossoblù. Recanatese pimpante e pure pericolosa un paio di volte in area campobassana. Lo spirito della ripresa è stato sicuramente diverso, la combattività ha preso il sopravvento sull’apatia, pur non producendo chissà cosa in zona gol. Se non l’incrocio esterno colpito da Vittorio Esposito e un’altra opportunità capitata sempre al fantasista. E così si è arrivati col fiatone negli ultimi cinque minuti, in cui sarebbe servito il classico episodio da calcio piazzato per rompere un ghiaccio che sembrava indistruttibile. È accaduto, dal piede destro di Vittorio Esposito è stata pennellata la palla indirizzata sulla testa di Mattia Rossetti che ha insaccato da bomber navigato. Terza realizzazione per lui, che appare brillante e decisivo quasi sempre. Lì la scintilla che ha fatto divampare l’incendio della fuga in vetta alla classifica: ora i quattro punti di vantaggio vanno difesi con le unghie e con i denti, a partire da domenica prossima quando si andrà a Piedimonte contro una squadra vogliosa di dimostrare di non valere lo 0-4 patito all’andata.
Franco de Santis