Non le manda a dire mister Braglia ai suoi in vista di un appuntamento delicato: l’anticipo di questa sera alle 20.45 sul campo del Gubbio. Il tecnico pretende molto di più e soprattutto non vuole rivedere quanto di brutto c’è stato contro la Pianese anche alla luce della discreta prova anti-Torres. Una sfida non facile che arriva dopo la sconfitta bruciante casalinga contro i sardi, in cui si sono visti pregi ma anche difetti di una squadra alla ricerca di un’identità precisa. Il Gubbio è partito bene ma Braglia crede molto nei suoi che «possono fare una grossa prestazione». Out solo lo squalificato Baldassin, in forse Lombari che ha un po’ di febbre mentre resta fuori lista Maldonado.
Mister, l’impressione è che la fase offensiva sia poco incisiva e che serva maggiore qualità negli ultimi 25 metri: è d’accordo?
«Ci stiamo lavorando, sperando di ottenere risultati immediati. Abbiamo fatto errori, come nel caso dell’espulsione: hai fatto fallo, ti ha ammonito, vai via. Dalla televisione il giallo a Baldassin era giusto, dal campo sembrava che avesse preso la palla. Dispiace perché la partita l’avevamo fatta bene, stavamo bene in campo, i ragazzi correvano, si davano da fare. Purtroppo al minimo errore paghiamo, ma io credo in questo gruppo, vedo come lavorano. Per me è solo questione di tempo, poi bisogna vedere quanto ne abbiamo, nel calcio basta vedere quanto succede nelle grandi società dove c’è poca pazienza. La cosa più importante è che la squadra cresca».
Come se la giocherà a Gubbio?
«Ci giocheremo la partita come stiamo facendo da tutte le parti, dobbiamo aumentare il nostro livello anche rispetto alla partita contro la Torres e fare qualcosa in più in fase offensiva. Penso che pian piano portiamo tutti a un certo livello per potersi esprimere meglio. Sto vedendo per esempio che Di Stefano regge meglio gli allenamenti, qualcun altro verrà messo a casa sua, c’è da continuare la strada intrapresa, indietro non si può tornare altrimenti vorrebbe dire consegnarsi alle giuste critiche. Con la Torres abbiamo dato anche una prova di forza, quindi non voglio tornare indietro nelle prestazioni. I risultati arriveranno, sono convinto».
Affronta la sua ex squadra con cui ha fatto molto bene: serve qualità nell’uno contro uno, è così?
«Vero, stiamo cercando di supplire con l’inserimento di altri calciatori. Facciamo fatica nell’uno contro uno, dobbiamo iniziare a lavorarci sul serio. Uno che lo ha nelle corde è Lombari, che ha un po’ di febbre ma speriamo di recuperarlo. C’è anche qualità in questa squadra, per esempio Pellitteri e Prezioso hanno qualità così come D’Angelo, lo stesso Scorza. Dobbiamo solo cercare di diventare quello che vogliamo. Gubbio è stato importante, sono stato bene, rivedrò tutti con piacere ma loro vogliono farci la festa e noi vogliamo fare altrettanto. Hanno mantenuto la base inserendo giocatori bravi, stanno facendo bene ma io me la vado a giocare».
Entrando nel dettaglio, Di Stefano come lo vede? Che ruolo ha di preciso?
«Lui ha bisogno di un centravanti per potersi esprimere, arrivando da dietro è più pericoloso. Inizia a stare bene fisicamente, ha un gran tiro, lotta tanto e ha tecnica. Nessuno gli chiede di star fisso, la cosa fondamentale è che si copra bene il campo. Ci darà una grande mano».
In generale quanto è soddisfatto di quello che stanno facendo i suoi?
«Ci sono dei calciatori che stanno raggiungendo le condizioni, l’ultima partita per esempio ha giocato Bigonzoni che ha fatto un tempo, Morelli sta salendo così come Pierno. Haveri se si incazzasse un po’ di più farebbe una cortesia a tutti perché purtroppo ci sono dei ragazzi che non capiscono che noi diamo possibilità ma non le regaliamo, c’è bisogno delle prestazioni. Lui viene da annate non buone, l’anno scorso non ha mai giocato, deve chiedersi anche lui delle cose. Noi gli diamo una mano, ma deve essere lui che deve capire che deve tornare a un certo livello. Arrivi a un certo punto in cui dici: ora devi capirlo tu cosa vuoi fare. Con la Torres hanno giocato cinque ragazzi, tutti devono pedalare, le chiacchiere se le porta via il vento. La prestazione ti fa giocare la settimana dopo, se non la fai resti fuori. Come quelli che hanno giocato a Piancastagnaio, quando ho sbagliato io a non levarli subito un paio di persone, così forse capivano che andazzo tirava. Non è concepibile quanto successo, mi gioco tutto, non fa niente. Le partite vanno giocate, la maturità l’ha fatta vedere la curva e il resto dello stadio che hanno applaudito, cosa si vuole di più. Bisogna dare tutto tutti quanti. Non siamo qui in vacanza, perciò bisogna pedalare, altrimenti vanno fuori, senza guardare in faccia a nessuno. Qui quello che conta è il Campobasso, del resto non importa niente a nessuno. Basta alternare le prestazioni, bisogna trovare la continuità. Giocherà chi sta meglio in base anche a quello che ho visto in settimana».

Franco de Santis

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