Soddisfazione per i progressi nel gioco, ottimismo per il prosieguo del campionato ma anche rammarico perché la partita poteva e doveva essere infiocchettata e portata a casa. Piero Braglia ha imbastito un vestito su misura per la sfida al Gubbio, imbrigliato per tutti i novanta minuti. Merito evidente dell’allenatore che ha costruito una fase difensiva solida e quasi inattaccabile venerdì sera. In fase di impostazione miglioramenti ci sono stati ma è in quella della finalizzazione che si pecca ancora. Tre occasioni davanti al portiere e un palo sono tante in trasferta: un pallone almeno bisognava buttarlo dentro. Detto questo, i rossoblù salgono a quota quattro punti in classifica e puntano senza mezzi termini alla vittoria casalinga giovedì prossimo, quando al Molinari alle 20.45 arriverà la Vis Pesaro. Queste le parole dell’allenatore al termine del match in terra umbra.
Mister, un buon Campobasso che però non riesce a piazzare il colpo: è così?
«Siamo un po’ dei polli perché creiamo anche delle occasioni abbastanza buone ma puntualmente facciamo fatica a concretizzare e poi rischi di perderle le partite, come accaduto quando siamo rimasti per esempio in dieci. È un peccato perché la squadra adesso sta iniziando a esprimersi bene. Dalla pessima prestazione di Piancastagnaio siamo cresciuti sicuramente, le altre le abbiamo ben interpretate».
Ha cambiato subito Bigonzoni, poi anche Mancini: come mai?
«Avevamo il problema di due ragazzi, il 2005 e il 2004. Uno non si sentiva bene, Mancini, ha avuto la febbre un paio di giorni fa, l’altro che è Bizonzoni non so cosa avesse ma non stava bene, e allora li ho tolti».
I suoi hanno dominato la ripresa: se l’aspettava così il Gubbio?
«Io so che il Gubbio più o meno gioca sempre così. Ripartono bene, ho visto anche a Perugia, soprattutto con Corsinelli. Forse siamo stati noi bravi a non farli ripartire facilmente. Gestivamo bene noi la palla, li mandavamo fuori giri».
Come giudica per ora questo girone B?
«C’è un grandissimo equilibrio e tutti possono battere tutti. Noi con la Torres per esempio abbiamo perso 1-0 rimanendo in dieci ma abbiamo rischiato di pareggiarla nell’ultimo quarto d’ora. L’anno scorso non era così, correvano molto di più ed erano più aggressivi. Hanno molti più giocatori ma forse quelli in più diventano dei problemi».
Nel complesso è contento della squadra?
«La squadra con la Torres e a Gubbio ha giocato uguale, ha tenuto un buon livello, palleggia bene, esce fuori bene. Poi se non segni le partite rischi di perderle, come successo contro la Torres. Inizio a essere contento della squadra. Forse ci siamo tirati addosso le critiche perché noi abbiamo giocato le amichevoli con le squadre di serie C che hanno fatto tutte i playoff mentre noi eravamo in assemblaggio, lavoravamo mattina e pomeriggio mentre le altre venivano a giocare riposando anche».
Parlando degli obiettivi, è giusto pensare che prima bisogna centrare la salvezza e poi quel che viene sarà di guadagnato?
«Per noi sono tutte partite fondamentali. Dobbiamo dimostrare di meritare la categoria, abbiamo una società ambiziosa, che parla sempre di voler vincere. Ci vuole un po’ di pazienza, bisogna costruire bene le cose, nessuno gli vuole far buttare via i soldi inutilmente. Io ho detto che questa squadra se lavora bene può arrivare tra le prime dieci, non di più. se uno vuole vincere il campionato deve chiamare un altro, tutto qui».
fds

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