Rabbia e delusione. Più delusione che rabbia. Il Campobasso non ne vuol sapere di tornare alla vittoria lontano da casa e negli ultimi battiti del match si fa raggiungere dalla modesta Vastese sul 2-2. Il tutto, dopo una partita intera in vantaggio, non gestita però al meglio. Il primo vantaggio di Bontà poco dopo il quarto d’ora è stato pareggiato da Valerio con un colpo dalla distanza che ha trovato impreparato Piga. Subito dopo il nuovo sorpasso rossoblù ad opera di Candellori, che si poteva e doveva trasformare in oro colato. Cioè in vittoria. Questo fa la grande squadra. Diciamo che i Lupi stanno studiando per diventarlo. Altrimenti non avrebbero beccato quel gol da polli a tempo scaduto. Senza nulla togliere a quanto di straordinario è stato in questo anno e due mesi (sarebbe da folli rimangiarsi le imprese dei 24 risultati utili consecutivi, ndr), viene fuori un altrettanto dato oggettivo: si fa una fatica immane a portare a casa le vittorie in trasferta. L’unico sigillo ad Aprilia, a fine estate, poi il pareggio di Castelfidardo, la sconfitta di Castelnuovo e il nuovo pari di ieri a Vasto. Un caso? Forse no, considerando che gli episodi – di cui parla molto a fine gara mister Cudini – si ripetono contro squadre di diversa caratura e su campi differenti tra loro. Un campanello d’allarme è scattato e sarebbe frettoloso catalogarlo come semplice incidente di percorso.
Poi c’è un altro capitolo da aprire: si pagano errori individuali. Senza le incertezze del portiere si parlerebbe molto probabilmente di tre punti in saccoccia e fuga in vetta alla classifica. Gli errori ci sono, e senza crocifiggere nessuno vanno rimarcati. Ha sbagliato pure Sbardella a commettere fallo a qualche secondo dal suo ingresso. E quella barriera scarna… Insomma, un concorso di colpe. La squadra nell’arco dei novanta minuti ha tirato pochissimo in porta. Per carità, in tanti hanno costruito i propri successi capitalizzando al massimo il minimo. Ma considerando il gioco dispendioso e a viso aperto portato avanti da Cudini qualcosina non ha girato a dovere. Altrettanto evidenti alcune lacune a centrocampo, dove il solo Brenci ha la responsabilità di dare ritmo e ordine, lui che regista puro non è. Ecco, forse con un paio di correttivi si potrebbe completare un puzzle ottimo, in grado di competere per la serie C. E il mercato in tal senso può venire in aiuto.
Che non passi il messaggio di voler buttare tutto a mare. C’è solo da mettere insieme segnali, negativi e positivi, e valutare se sia il caso di rivedere qualche dettaglio per non ritrovarsi a mangiarsi i gomiti come capitato all’Aragona, dove bisognava uscire solo con i tre punti. La differenza di caratura tra le due formazioni si è vista (a sprazzi) e si sarebbe dovuta concretizzare.
Franco De Santis